Confederazione alla marcia a Bruxelles. Il presidente Fini: "La von der Leyen avrebbe dovuto difendere Europa e settore dalla corsa alle armi"
Vergognoso e indicibile attacco all'agricoltura. La Pac annacquata con il Fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l'Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l'occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l'autorevolezza dell'Unione a difesa dell'unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata. È questo il commento a caldo del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, fuori da Piazza Berlaymont, davanti la sede della Commissione Ue a
Bruxelles, dove la presidente von der Leyen ha appena concluso la presentazione del Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, attesa da ore dagli agricoltori della Confederazione, lì fuori in marcia con il Copa-Cogeca.
Dunque, nonostante i ritardi, nessuna buona notizia sulla proposta di riforma della Pac, a matrice von der Leyen fino alla fine. "Ma certo -aggiunge Fini- arriva la dimostrazione imbarazzante che gli interessi veri di questa Europa sono altri, non i conti degli agricoltori, ma tanto meno la sopravvivenza agroalimentare Ue e la sua autonomia da importazioni forzate e concorrenza sleale".
"La von der Leyen avrebbe dovuto difendere l'Europa e l'agricoltura, la produzione di cibo sano e accessibile a tutti -chiosa Fini- dalla scellerata corsa agli armamenti. Perché il Fondo unico metterà in competizione i settori e gli Stati membri, e a nulla servirà la certezza dei 300 miliardi appena annunciati, meno degli attuali, quando al comparto ne sarebbero serviti da tempo molti di più. Aspettiamo di leggere il dossier e di capire le regole del gioco, ma così è la fine dell'agricoltura. Ci chiediamo come intenda la von der Leyen garantire, adesso, cibo agli europei".
Prime stime della Confederazione. Il presidente Fini: "Campagna in chiaroscuro, ma bene l'entrata in vigore di Granaio Italia per più trasparenza e prezzi giusti"
Prime stime sulla campagna di raccolta 2025 del grano duro da parte di Cia-Agricoltori Italiani. I primi dati, con le trebbie ancora in campo soprattutto nelle aree interne e collinari, registrano un po' di delusione da parte degli operatori. Il raccolto, infatti, dovrebbe attestarsi complessivamente sui 4 milioni di tonnellate, sicuramente migliore dell'annus horribilis 2024 con il record negativo di nemmeno 3,5 milioni di tonnellate totali, ma comunque inferiore alle aspettative, considerato soprattutto l'aumento delle superfici seminate nel Centro-Sud.
Secondo Cia, le piogge durante il periodo di semina, ma soprattutto le alte temperature di metà maggio, non hanno permesso, specialmente nel Meridione, una corretta riempitura della spiga, così da portare le rese sotto le attese. Di contro, in larga parte degli areali di produzione la qualità sembrerebbe ottima per colore, peso specifico e proteine. Resta, invece, l'annoso problema del prezzo, con il grano duro quotato poco più di 30 euro al quintale, ancora al di sotto dei costi di produzione, notevolmente aumentati negli ultimi anni.
In particolare, il recupero di produzione sul 2024 si segnala soprattutto al Sud, dove l'anno scorso c'era stato un vero e proprio crollo delle rese a causa della siccità. In Sicilia il raccolto 2025 dovrebbe aggirarsi intorno a 700-750 mila tonnellate, con un recupero importante sul 2024, quando le produzioni si erano fermate a 300 mila tonnellate. In Puglia, regione leader nella coltivazione di grano duro in Italia, il raccolto dovrebbe attestarsi su 900 mila tonnellate, sicuramente meglio dell'anno scorso (650 mila tonnellate), anche se gli agricoltori si aspettavano rese migliori. Stabili i raccolti in altre importanti aree di produzione come la Basilicata, il Molise, le Marche, l'Emilia-Romagna, la Toscana.
"Cia segue sempre con attenzione il settore, prima coltura del Paese per superfici, con più di 1,2 milioni di ettari coltivati e 200 mila agricoltori coinvolti -ha detto il presidente nazionale Cristiano Fini-. Il raccolto di grano duro, per il 2025, sembrerebbe ancora una volta condizionato dagli eventi climatici. Aspettiamo i dati definitivi, ma le rese sembrano essere purtroppo sotto le aspettative, mentre buone notizie arrivano sul fronte della qualità".
Quello che "non è più accettabile", ha continuato Fini, "sono le quotazioni nelle Borse Merci, dove i prezzi restano intorno ai 30 euro al quintale, non coprendo neanche tutti i costi affrontati dai produttori". In tal senso, "è molto importante che a luglio sia finalmente entrato in vigore Granaio Italia, uno strumento indispensabile per riportare trasparenza sui mercati e tutelare le produzioni cerealicole Made in Italy". Si tratta di "una vittoria della Confederazione, da sempre in prima fila per chiedere l'avvio del Registro telematico delle giacenze", ha concluso Fini.
A Strasburgo calendario intenso di confronti per Fini: "E il 16 luglio saremo a Bruxelles per far sentire la nostra voce"
Unire le forze per dire no al Fondo unico e sì a una Pac forte e autonoma. Con questo obiettivo, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha incontrato a Strasburgo membri chiave della politica italiana in Europa, a partire dal vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto.
"Continuiamo la nostra azione a sostegno della Pac, remando uniti nella stessa direzione -ha detto Fini-. Anche il vicepresidente Fitto ci ha garantito il suo impegno in questa battaglia, per scongiurare il rischio che le risorse agricole, come quelle per la coesione, possano essere diluite in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche e scatenando incertezze e disparità tra Stati membri. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse e per questo -ha annunciato il presidente di Cia- il 16 luglio saremo a manifestare a Bruxelles con una nostra delegazione di agricoltori".
Anche le risorse idriche e le aree interne sono state al centro dell'incontro tra Fini e Fitto. Come per la Pac, si tratta di temi prioritari per la Confederazione che necessitano di un'azione europea non più rinviabile. In questo senso, ha spiegato Fini, "il vicepresidente della Commissione Ue ci ha assicurato che le risorse dell'attuale programmazione dei fondi di coesione potranno strategicamente essere utilizzate per investimenti strutturali sull'acqua, come chiesto da Cia, mentre prosegue il lavoro per la tutela e lo sviluppo delle aree interne e rurali, con la futura presentazione di una strategia Ue dedicata".
Nella due giorni a Strasburgo, per ribadire la centralità della Pac a garanzia della sovranità alimentare europea proprio dove si stanno definendo i contenuti finali delle proposte in vista del 16 luglio, il presidente di Cia ha incontrato, tra gli altri, le vicepresidenti del Parlamento Ue Antonella Sberna e Pina Picierno; il commissario alla pesca e agli oceani Cōstas Kadīs; il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Ue Antonio Decaro; la relatrice per la Commissione Agricoltura del report sul futuro della Pac Carmen Crespo Diaz.