Le piogge e l'umidità dei mesi scorsi, con la diffusione della peronospora che attacca i grappoli, e ora il caldo torrido mettono in crisi la produzione di vino

PERUGIA - Ingenti i danni alle vigne dell'Umbria a causa della crisi climatica. L'alternarsi di piogge eccessive con il ristagno dell'umidità, come quelle degli scorsi mesi, e il conseguente proliferare di malattie fungine e i picchi di caldo di luglio. Meteo pazzo che mette alla prova la vite e nei viticoltori desta forte preoccupazione per la vendemmia. Nello specifico la situazione è questa: gli agricoltori umbri che producono Sagrantino e Merlot attestano perdite fino al 70% della capacità produttiva.

Di una "vera e propria emergenza" ha parlato Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo, presidente di Cia Perugia e Anabio Umbria (associazione per l'agricoltura biologica). "Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino. Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant'è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve.

A fronte di tutto ciò – conclude Di Filippo – è necessario guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato oggetto di critiche e attacchi senza ragione". Per tentare di salvare il salvabile, Cia Umbria chiede la possibilità da parte della Regione di una deroga sull'applicazione cumulativa di massimo 28 kg di rame nell'arco di 7 anni, 4 all'anno, per quanto riguarda la coltivazione in biologico.

Ma tutto il comparto vitivinicolo, anche quello 'tradizionale', non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo dell'Orvietano: "In Umbria si stanno verificando situazioni 'a macchia di leopardo' che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l'entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l'evidenza è sotto gli occhi di tutti".

A peggiorare la situazione, ora, anche il caldo torrido con temperature bollenti sui campi, che mette ulteriormente a rischio alcune produzioni non solo di uva, ma anche di colture ortofrutticole.

Cia-Agricoltori Italiani dell'Umbria ha richiesto e dato l'avvio ad un tavolo tecnico di crisi del settore legati e mettere al centro del dibattito un'emergenza diffusa e per cui occorre agire urgentemente mettendo in campo tutte le sinergie necessarie per una risoluzione efficace ed immediata.

Cia Agricoltori italiani dell'Umbria

Ufficio stampa

Cristiana Mapelli 338 3503022

In piazza Puletti a Perugia già dalle 8.30 sarà possibile acquistare i prodotti della filiera corta

I protagonisti: ortofrutta, farine, conserve, tartufo, olio, zafferano, uova

PERUGIA – Da venerdì 21 luglio cambiano gli orari del Mercato dell'Arco Etrusco organizzato dalla CIA-Agricoltori Italiani dell'Umbria che settimanalmente si svolge in piazza Puletti. "Perugia – spiegano da Cia Umbria - è da settimane tra le città che si trovano avvolte dalla morsa del gran caldo di Cerbero, l'anticiclone africano. Ecco perché, per il periodo estivo abbiamo deciso di modificare gli orari di svolgimento del mercato agricolo, così da venire incontro anche ai tanti residenti, molti dei quali anziani, assidui frequentatori. Gli stand dei produttori agricoli del territorio saranno, quindi, già operativi ogni venerdì dalle 8.30 fino alle 14. In questo modo garantiamo l'opportunità a tutti di poter scegliere dove fare la propria spesa, anche in questi giorni di forte disagio a causa del clima".

Ortofrutta, farine, conserve, tartufo, zafferano, uova, erbe aromatiche sono alcuni dei protagonisti del mercato settimanale che ha dato il via al progetto "Farm@Cia". Spazio anche a due realtà di agricoltura sociale umbre i cui progetti agevolano l'inserimento lavorativo delle persone più fragili e svantaggiate, rilanciando, allo stesso tempo, le aree rurali.

Un percorso che si fonda sui valori del rispetto della stagionalità delle produzioni, la qualità della materia prima, uniti ai concetti di filiera corta e alternativa, rigenerazione urbana, promozione di stili di vita salutari e "AgriCultura", intesa come la diffusione di una cultura sostenibile del cibo. Per i frequentatori del mercato che spenderanno almeno 20 euro di spesa, Cia offre ai cittadini che spenderanno 20 euro di spesa al Mercato l'accesso gratuito per un'ora al parcheggio a pagamento di Sant'Antonio, nei pressi della piazza.

 

Cia agricoltori italiani dell'Umbria

Ufficio stampa

Cristiana Mapelli 338 3503022

Il settore vitivinicolo sta affrontando un'annata critica con il diffondersi di malattie fungine, come la peronospora che sta proliferando a causa del maltempo dei mesi precedenti, contribuendo a trascinare il comparto in una vera e propria emergenza, come sottolinea Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo biologico: "Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino.

"Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant'è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve. Mediamente, reputo che ci siano perdite che si possano attestare intorno al 50 per cento".


"È quindi un'annata in cui il settore vitivinicolo, soprattutto biologico, è particolarmente penalizzato e di conseguenza anche i contributi accumulati nel corso degli anni vengono tutti 'rimangiati' per tamponare questa disastrosa situazione".


"A fronte di tutto ciò – conclude Di Filippo – è necessario guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato sottoposto ad attacchi senza ragione".


Ma tutto il comparto vitivinicolo, anche quello 'tradizionale', non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo orvietano: "In Umbria si stanno verificando situazioni 'a macchia di leopardo' che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l'entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l'evidenza è sotto gli occhi di tutti".


Al fine di contrastare le problematiche in corso, Cia-Agricoltori Italiani dell'Umbria ha richiesto e si è dato l'avvio ad un tavolo tecnico di crisi del settore, poiché l'emergenza non riguarda solo la nostra regione e per questo occorre agire urgentemente mettendo in campo tutte le sinergie necessarie per una risoluzione efficace ed immediata.

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