Dal Trasimeno all'Orvietano, sempre più aziende agricole locali di Cia Umbria, oltre ai terroir tradizionalmente conosciuti, si sono messe in gioco con la produzione di spumanti

Confermato il trend positivo negli agriturismi scelti come meta di tante famiglie italiane dove trascorrere le festività

PERUGIA – Bollicine made in Umbria per brindare alle festività del Natale e all'anno nuovo. Oltre ai prodotti della tradizionale gastronomica come le lenticchie, la notte di San Silvestro vedrà come protagoniste le bollicine locali. "Nonostante in Umbria non ci sia la tradizione della spumantizzazione, come invece accade nel nord d'Italia, i produttori agricoli del territorio negli ultimi anni hanno vissuto una vera e propria evoluzione qualitativa". Lo ha detto Nicola Chiucchiurlotto dell'azienda agricola Madrevite a Castiglione del Lago, tra le imprese associate a Cia Agricoltori dell'Umbria. In Umbria, infatti, sono sempre di più le aziende che, oltre ai terroir storicamente e tradizionalmente conosciuti, scelgono di differenziarsi e mettersi in gioco con un prodotto che al mercato piace. "I piccoli e grandi produttori umbri – ha aggiunto Chiucchiurlotto - hanno dimostrato l'ascolto contemporaneo di una lettura adeguata allo scenario enologico moderno che, parallelamente alla valorizzazione delle peculiarità del territorio, li ha portati ad affacciarsi al mondo delle bollicine".

Dalle dolci colline del Trasimeno fino a quelle dell'Orvietano. Anche qui alcune aziende agricole si sono affacciate alla produzione di bollicine con ottimi risultati. "Abbiamo imbottigliato Simcha' spumante Brut metodo Charmat e Simcha' spumante Brut metodo Classico – ha detto Massimo Ciaffardini Ceo&Founder dell'azienda agricola Casale Ciaffardini srl, in località Poggente, Orvieto Sono vini che ci stanno dando grandi soddisfazioni. Oltre alle nostre vigne, alla posizione collinare e ventilata, e alle proprietà dei nostri terreni, ruolo fondamentale è giocato dal nostro enologo, Prof. Riccardo Cotarella, tra i migliori al mondo. Possiamo dire che anche l'Umbria sa fare ottime bollicine che non hanno nulla da invidiare a quelle venete o francesi".

Bollicine anche in località Rocca Ripesena sempre nell'Orvietano. "E' stata un'idea di mio figlio, che è enologo – ha spiegato Giovanni Dubini all' azienda agricola Palazzone - . E' una produzione limitata, che stiamo sperimentando ma che, devo ammettere, ha riscosso successo". Insomma, l'Umbria premia le feste. Anche quest'anno le famiglie italiane scelgono di trascorrere Natale, Capodanno e l'Epifania negli agriturismi umbri che in questi giorni e nei prossimi accoglieranno molti tristi che vogliono coniugare il piacere di una location nella natura, i confort e le bellezze del patrimonio artistico delle città umbre. "La stagione è andata bene – ha concluso Dubini che gestisce anche un agriturismo-, le prospettive per il 2023 sono buone e le prenotazioni, rispetto a quelle del 2022, sono in aumento".

 

 

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Plauso a Regione e al Governo che hanno messo in campo attività su una questione che riguarda l'imprenditore agricolo ma anche l'incolumità dei cittadini.


ORVIETO – "Un plauso alla Regione Umbria che ha approvato la delibera che autorizza gli strumenti per il trappolamento della specie cinghiale, ma anche al Governo con l'emendamento di contenimento della comunità di cinghiali in Italia". Lo ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell'Umbria. "Finalmente - ha continuato il presidente - c'è attenzione verso questa problematica che non è più solo una questione che coinvolge l'imprenditore agricolo e il cinghiale, ma è anche una questione di sicurezza. Di incolumità del cittadino e di coloro che viaggiano con la macchina perché sono molti gli incidenti provocati dagli attraversamenti su strada di cinghiali.


Ben vengano decisioni di questo genere, soprattutto quando vediamo per la città cinghiali che scorrazzano e si cibano dei rifiuti che ritrovano nei cassonetti, con la possibilità di propagazione di malattie come la peste suina africana che ha messo rischiato di mettere in crisi il settore economico italiano di carne e insaccati".

 


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Le attuali norme stanno creando enorme disagio agli imprenditori agricoli che sono costretti a raggiungere Terni

ORVIETO – Ad Orvieto le aziende non possono effettuare la visita veterinaria obbligatoria per consentire la macellazione a domicilio dei suini. Anche quest'anno il servizio veterinario dell'Asl Umbria 2 di Terni di Igiene degli Alimenti di origine animale a disposizione dei cittadini e aziende per consentire la macellazione a domicilio dei suini per uso familiare, rispettando una millenaria tradizione. La campagna di macellazione in accordo con la Regione, iniziata il primo dicembre e che andrà avanti fino al 31 gennaio, potrà essere effettuata solo a condizione che vengano pagati i diritti di macellazione di circa 17 euro per suino e che i visceri (lingua, trachea, polmoni, cuore, fegato e milza) vengano sottoposti a visita sanitaria solo in alcuni uffici territoriali del Ternano, ovvero a Terni, Narni Scalo, Amelia e Montecastrilli.

"La zona dell'Orvietano è stata lasciata senza l'adeguata copertura – ha detto Costantino Pacioni di Cia Agricoltori di Orvieto - . Le attuali norme stanno creando enorme disagio agli imprenditori agricoli che sono costretti a raggiungere Terni per effettuare la visita sanitaria obbligatoria post macellazione da parte di un veterinario abilitato. Tempi e costi che pesano gravemente sulle spalle dei piccoli allevatori orvietani, in un periodo già di difficile gestione". Mancanza di un servizio che, inoltre, può rappresentare il rischio di perdita di tradizioni da sempre radicate nel territorio.

"Abbiamo inviato una lettera al Comune di Orvieto e all'Asl – ha concluso il presidente di Cia Orvieto - chiedendo con urgenza l'attivazione di una postazione a Orvieto dove poter permettere la visita sanitaria per offrire un servizio importante per gli imprenditori del settore e gli orvietani, ma al momento non c'è stata data alcuna risposta".

In allegato l'articolo del Corriere dell'Umbria pubblicato il giorno lunedì 19 gennaio dove si evidenzia che le richieste di Cia sono state accolte.

 

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