La prima edizione dell'evento organizzato da Cia Agricoltori italiani e Unionbirrai in Piemonte che raccoglie tutti i protagonisti della filiera 

Tra gli interventi anche Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale con delega al settore birrario

PERUGIA – Un evento dedicato alla birra che raccoglie tutti i protagonisti della filiera. Umbria compresa. Da qualche anno si sente sempre più spesso parlare di "modello Umbria" nell'ambito della filiera brassicola italiana. Tanto da diventare un vero e proprio riferimento nazionale per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione della birra agricola e artigianale.

Un'esperienza importante e in forte crescita che sarà citata durante gli Stati generali della birraorganizzato dai Cia Agricoltori italiani insieme a Unionbirrai in programma per sabato 20 gennaio a Pollenzo, in provincia di Cuneo. A dare il via agli interventi, Matteo Bartolini presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale con delega al settore birrario. Al centro dei lavori, tra gli altri lo sviluppo e il rafforzamento di "filiere agricole" luppolo e orzo distico.

Un evento successivo a quello di qualche giorno fa a Perugia dove il modello Umbria è stato raccontato ampiamente. Quello umbro, infatti è un modello brassicolo giovane che si è sviluppato negli ultimi dieci anni con una spinta maggiore nel 2021 nel 2022, merito anche del centro di ricerca sulla birra dell'Università di Perugia e al suo corso di studi unico che ha formato un mastro birraio su tre in Italia.

L'appuntamento con istituzioni, associazioni e stakeholder del settore è all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Aula Miroglio - via Amedeo di Savoia 8), in provincia di Cuneo, alle ore 9:30. Dopo i saluti introduttivi a cura di Bartolini, Silvio Barbero (vicepresidente UNISG), Elena Chiorino (assessore a Lavoro, Istruzione e Merito, Formazione, Università della Regione Piemonte), Paolo Bongioanni (consigliere Regione Piemonte e capogruppo FdI) e Chiara Gribaudo (deputata e vicepresidente PD), ci sarà una vera e propria tavola rotonda con i rappresentanti istituzionali e della filiera.

Nel dettaglio, interverranno: Vittorio Ferraris (Unionbirrai), Alfredo Pratolongo (Assobirra), Teo Musso (Consorzio Birra Italiana), Claudio Conterno (Consorzio Birra Origine Piemonte), Stefano Fancelli (Luppolo Made in Italy), Fabio Giangiacomi (Consorzio Italiano Produttori dell'Orzo e della Birra), Katya Carbone (CREA). Parteciperanno anche Monica Ciaburro (segretaria Commissione Agricoltura), Marco Protopapa (assessore Agricoltura Regione Piemonte), Cristiano Fini (presidente nazionale Cia) e Patrizio Giacomo La Pietra (sottosegretario Masaf). A moderare Roberto Fiori, giornalista La Stampa.

 

 

Ufficio stampa Cia Umbria

Cristiana Mapelli 338 3503022

Le osservazioni presentate nei confronti dell'attuale ipotesi progettuale per mitigare il traffico nei quartieri di Orvieto Scalo e Sferracavallo

ORVIETO - Un secondo stralcio della Complanare che, di fatto, «non diverge molto dal precedente» in fatto di sottrazione di suolo a vocazione agricola pregiata. Niente da fare secondo Costantino Pacioni, presidente Cia Agricoltori italiani di Orvieto, sul progetto di fattibilità tecnica per la realizzazione del nuovo stralcio stradale della complanare, approvato lo scorso giungo dalla giunta comunale di Orvieto.


Un'arteria che dovrebbe collegare la SS 71, il castello autostradale e la SS 205 e attorno al quale si è già acceso un vivo dibattito tra le forze politiche, in particolare per chiedere una variante per ridurre il consumo di suolo e non impattare su aree di pregio e a vocazione agricola.


Tra le osservazioni presentate nei confronti dell'attuale ipotesi progettuale nei giorni scorsi dai proprietari terreni e dalle associazioni, il fatto che la Complanare risulti come elemento di impatto sul paesaggio e sul territorio agricolo dell'area. «Oltre alla decurtazione di consistenti porzioni di terreno agricolo di pregio – sottolineano ancora dai Cia – l'elemento comune denominatore delle osservazioni è l'impatto che si verrà a determinare sull'unica porzione di territorio, peraltro area protetta, rimasto esente da cementificazione, lungo la vallata del fiume Paglia di fronte alla rupe di Orvieto, non solo dal rilevato della strada, bensì dal corridoio residuale che rimarrà incolto tra la strada e la autostrada parallela».


Tratti interni e centri abitati dove si trovano le tante aziende agricole che da anno sono custodi della biodiversità, lavorano per la tutela dell'ambiente e la valorizzazione dei prodotti tipici dell'Umbria. Come il caso di buona parte del Piano di Paglia dove viene coltivato il Fagiolo secondo del piano, presidio Slow Food. Il tracciato del secondo stralcio, quindi, ha addossato «la nuova strada al rilevato dell'autostrada per soli mille metri, anziché per il suo intero parallelismo. Completa adiacenza che era e rimane, salvo migliori alternative, l'obiettivo delle nostre precedenti osservazioni».

 

Ufficio stampa Cia Umbria
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Bartolini: «Misura indispensabile e non più rinviabile sollecitata da molti imprenditori agricoli»

PERUGIA - «Chiediamo il contenimento dei cinghiali per via dei danni alle colture, ma anche per il potenziale pericolo di trasmissione della peste suina». La richiesta alla Regione Umbria è quella del presidente di Cia – Agricoltori Italiani dell'Umbria Matteo Bartolini di consentire azioni di contenimento dei cinghiali, una volta chiuso il calendario venatorio, grazie a politiche regionali che tutelino l'attività agricola e la prevenzione sanitaria seguendo gli obiettivi del piano nazionale e di tutela ambientale.

«Una misura indispensabile e non più rinviabile sollecitata da molti imprenditori agricoli».

Secondo quanto previsto dal Commissario straordinario alla peste suina africana, per l'Umbria è previsto un numero di 44mila abbattimenti annui, di cui 10mila in selezione e 10mila con in contenimento. «Obiettivo che risulta difficilmente raggiungile ad oggi – continua Bartolini - , considerando i dati regionali sulle richieste di intervento da parte degli agricoltori e il numero di capi abbattuti attraverso contenimento e selezione».

L'eccessiva presenza dei cinghiali, infatti, determina un quadro fortemente negativo per le attività economiche legate al mondo agricolo e zootecnico. Il contenimento del numero dei cinghiali sul territorio determinerà il contrasto dei danni all'agricoltura, ma anche prevenire infezioni e a tutelare gli allevamenti suinicoli. Il problema riguarda anche la città dove sono molteplici gli avvistamenti di questi grandi mammiferi in prossimità dei centri urbani e c'è il rischio di provocare incidenti stradali, come accaduto nei giorni scorsi nel Folignate.

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