Lattanzi (Cia Umbria): "Cresce la durata media dei soggiorni e la destagionalizzazione". Vacanze green e ampia offerta di servizi: gli ingredienti di un turismo in continua crescita


PERUGIA - Il movimento turistico negli esercizi agrituristici umbri evidenzia un andamento in continua crescita. Cibi genuini, fattorie didattiche, ampi spazi all'aria aperta e, perché no, anche costi contenuti: l'agriturismo piace sempre di più. Tanti i fattori che hanno dato il via ad una forte spinta della vacanza in campagna in stile moderno, ovvero l'agriturismo, che quest'anno ha registrato un numero di presenze oltre le aspettative, come conferma Antonio Lattanzi, titolare dell'azienda Agrileisuretime di Spoleto e coordinatore del Gie Fattorie didattiche di Cia Umbria.


"L'incremento di presenze negli agriturismi è esponenziale: c'è da parte delle persone e delle famiglie l'esigenza di trascorrere sempre più tempo a contatto con l'ambiente e la natura, in cui anche le relazioni sociali si rafforzano e si integrano in questo contesto. Tutto ciò ci ha permesso di avere negli ultimi mesi un aumento inaspettato, caratterizzato dal protrarsi della durata media dei soggiorni e da fenomeni come la destagionalizzazione"


I visitatori italiani e stranieri scelgono la vacanza in agriturismo non solo per soggiornare nel verde, ma perché possono vivere delle esperienze: fare attività rurali, passeggiate, esperienze legate alla cucina locale, ai produttori agricoli e artigiani, al contatto con gli animali e all'ambiente circostante. O attività con i bambini, come le fattorie didattiche. Ecco perché Cia Agricoltori italiani dell'Umbria, sottolinea come sia fondamentale elevare la qualità degli operatori e dell'offerta affinché possano essere messi in rete tutte quelle attività attrattive che possano alzare il livello.


"Un punto vincente in tal senso è sicuramente il concetto di squadra, poiché il nostro è un comparto che non solo dà valore economico, ma anche sociale, grazie alla capacità di creare occupazione, spesso giovanile e femminile, oltre che sostenere le aree rurali anche dal punto di vista della vitalità culturale. Dobbiamo e possiamo lavorare ancora di più in sinergia tra gli operatori di tutta la filiera per trasferire 'agricultura', proprio nella consapevolezza delle peculiarità di questo settore".
Cia Agricoltori italiani dell'Umbria
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Dal 25 agosto, ogni venerdì il Mercato "non convenzionale" dell'Arco Etrusco di Cia Umbria, per contribuire al progetto di rigenerazione urbana condiviso con il Comune e le associazioni di quartiere

Dalle 8.30 alle 14 un luogo dove mettere in contatto diretto il produttore con il cittadino

PERUGIA – Nel centro storico torna l'appuntamento con i prodotti della terra dell'agricoltura made in Umbria. Da venerdì 25 agosto, dopo un breve stop, dalle 8.30 alle 14 in piazza Puletti (ex piazza Grimana), torna l'appuntamento con il Mercato dell'Arco Etrusco, il mercato agricolo non convenzionale di Cia – Agricoltori Italiani dell'Umbria per contribuire al progetto di rigenerazione urbana condiviso con il Comune e le associazioni di quartiere. I protagonisti di ogni venerdì saranno le aziende agricole umbre, da nord a sud del territorio, e i loro prodotti, tra cui due cooperative sociali per il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Per l'ortofrutta l'azienda agricola Catarinucci Italo & Biagioni Angeli Sonia (Cannara), azienda Bragetti Marinella (Perugia), Ortoingiro (Valtopina). Tra i produttori di formaggi l'azienda agricola Gatto (Castiglione del Lago). Per l'agricoltura sociale, la Semente (Spello) e Ariel Cooperativa Sociale (Foligno), mentre a vendere legumi, cereali la società agricola biologica "I Piani" di Generotti Carlo e Figli (Costacciaro). Per i prodotti da forno, confetture,conserve, miele e farine l'agriturismo Il Corniolo (Corciano) e Apincampo (Marsciano) e le uova di Le Pulle di Graziano Sampaolo di Nocera Umbra.Dal produttore al consumatore i sapori e i colori del meglio del territorio proveniente dalle aziende di Cia Umbria.Per tutti i clienti che spenderanno 20 euro di spesa negli stand del Mercato dell'Arco Etrusco, Cia Umbria offrirà l'accesso gratuito per un'ora al parcheggio a pagamento di Sant'Antonio, nei pressi della piazza.

Il Mercato dell'Arco Etrusco fa parte dell'ampio progetto "Farm@Cia" con il patrocinio del Comune di Perugia e dell'Università per Stranieri e con la stretta collaborazione delle associazioni Vivi il Borgo, Assogaribaldi e Borgo Sant'Antonio – Porta Pesa. Un percorso che si fonda sui valori del rispetto della stagionalità delle produzioni, la qualità della materia prima, uniti ai concetti di filiera corta e alternativa, rigenerazione urbana, promozione di stili di vita salutari e "AgriCultura", intesa come la diffusione di una cultura sostenibile del cibo. Quello in piazza Puletti vuole essere non solo un mercato agricolo nel centro storico di Perugia, ma uno spazio dove acquistare direttamente dalle aziende agricole locali e promuovere filiere sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale.

 

 

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Le piogge e l'umidità dei mesi scorsi, con la diffusione della peronospora che attacca i grappoli, e ora il caldo torrido mettono in crisi la produzione di vino

PERUGIA - Ingenti i danni alle vigne dell'Umbria a causa della crisi climatica. L'alternarsi di piogge eccessive con il ristagno dell'umidità, come quelle degli scorsi mesi, e il conseguente proliferare di malattie fungine e i picchi di caldo di luglio. Meteo pazzo che mette alla prova la vite e nei viticoltori desta forte preoccupazione per la vendemmia. Nello specifico la situazione è questa: gli agricoltori umbri che producono Sagrantino e Merlot attestano perdite fino al 70% della capacità produttiva.

Di una "vera e propria emergenza" ha parlato Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo, presidente di Cia Perugia e Anabio Umbria (associazione per l'agricoltura biologica). "Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino. Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant'è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve.

A fronte di tutto ciò – conclude Di Filippo – è necessario guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato oggetto di critiche e attacchi senza ragione". Per tentare di salvare il salvabile, Cia Umbria chiede la possibilità da parte della Regione di una deroga sull'applicazione cumulativa di massimo 28 kg di rame nell'arco di 7 anni, 4 all'anno, per quanto riguarda la coltivazione in biologico.

Ma tutto il comparto vitivinicolo, anche quello 'tradizionale', non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo dell'Orvietano: "In Umbria si stanno verificando situazioni 'a macchia di leopardo' che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l'entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l'evidenza è sotto gli occhi di tutti".

A peggiorare la situazione, ora, anche il caldo torrido con temperature bollenti sui campi, che mette ulteriormente a rischio alcune produzioni non solo di uva, ma anche di colture ortofrutticole.

Cia-Agricoltori Italiani dell'Umbria ha richiesto e dato l'avvio ad un tavolo tecnico di crisi del settore legati e mettere al centro del dibattito un'emergenza diffusa e per cui occorre agire urgentemente mettendo in campo tutte le sinergie necessarie per una risoluzione efficace ed immediata.

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