Costi alle stelle, peste suina e fauna selvatica. Gli Agricoltori Italiani dicono "basta!"
Roma – Una delegazione Cia Umbria, unitamente al presidente Matteo Bartolini, sarà presente domani, mercoledì 20 aprile, alla terza manifestazione di Cia-Agricoltori Italiani contro costi di produzione alle stelle, peste suina ed emergenza fauna selvatica. A mobilitarsi, scendendo in strada tra bandiere e trattori, questa volta sono gli imprenditori agricoli del Centro Italia che si sono dati appuntamento per domani, alle ore 10:30, a Venturina Terme, frazione del comune italiano di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno.
In centinaia dalle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria raggiungeranno la località per prendere parte al corteo da Via della Fiera al piazzale antistante il Centro Fiere S.E.FI.
Non si arresta, infatti, la pressione che, da mesi, si sta abbattendo sull'economia delle imprese agricole. Dopo due anni di pandemia è sopraggiunto il colpo della guerra in Ucraina. La tensione geopolitica internazionale ha acuito la difficoltà a uscire dalla crisi, spinta da caro energia e carburante. Inoltre, l'aumento del 300% sui concimi, i rincari sui fertilizzanti del 170%, oltre al raddoppio sui mangimi, ha reso i costi di produzione insostenibili, portando il settore agricolo e allevatoriale allo stato attuale di precarietà, agevolata dalle speculazioni sui mercati.
Anche per il Centro Italia resta invariata, poi, l'annosa emergenza fauna selvatica, cui si è aggiunta la preoccupazione per la peste suina. Motivo, pure questo, per rilanciare l'appello sul tema attraverso la manifestazione di Venturina. Ripetuto da Cia-Agricoltori Italiani su tutto il territorio nazionale, serve una riforma radicale della legge 157 del 1992. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all'agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni, e lo spettro della peste suina che mesi ha fatto registrare casi allarmanti in Liguria e Piemonte.
"L'agricoltura non si può fermare" ripete, quindi, Cia che con la terza mobilitazione in tre mesi chiede che si tuteli un settore estremamente strategico per il Paese.
Per approfondimenti e interviste:
Emanuela De Pinto
Ufficio stampa Cia Umbria
Tel. 340.9200423
Agnello umbro sempre più caro, ecco i prezzi al consumatore finale
Bartolini: "Tanti turisti in Umbria per sentirsi parte di una comunità fatta di valori"
Perugia – Dopo due anni di dura crisi, gli agriturismi dell'Umbria registrano finalmente quasi ovunque il pieno di prenotazioni per le festività di Pasqua. A parte una fase di incertezza a inizio anno, a causa dell'ultima ondata di pandemia Covid e dei rincari dovuti alla crisi energetica e alimentare causata anche dal conflitto in Ucraina, quest'anno gli italiani hanno deciso di rimettersi in viaggio per trascorrere le vacanze pasquali alla riscoperta della natura, dei borghi rurali e delle cittadine della verde Umbria.
AGRITURISMI SOLD OUT IN UMBRIA
"Abbiamo quindici camere e sono tutte prenotate per la Pasqua – racconta Bruno Batinti dell'agriturismo Charme e Benessere Le Torri di Porsenna, a Petrignano del Lago – I nostri punti di forza sono la ristorazione interna a base di prodotti tipici regionali e i trattamenti benessere che offriamo, con il servizio di sauna e massaggi. I clienti degustano il nostro olio e il nostro vino in un ambiente rilassante, rustico, curato nei dettagli, sicuro e ricco di fascino".
"Anche qui tutto pieno. Si va da un minimo di 3 notti fino ad un'intera settimana di vacanza in agriturismo – dice Pierangelo Bianchi dell'Agriturismo Fontechiara di Gubbio – Sono soprattutto turisti italiani, delle regioni limitrofe, ma c'è anche qualche straniero, che arriva dalla Germania. Non può mancare in tavola il menù a base di agnello, come da tradizione umbra".
LA CRISI DEL SETTORE E I PREZZI DELL'AGNELLO UMBRO
E a proposito di agnello, se negli agriturismi si respira un'aria di piena ripresa, non si può dire lo stesso per il comparto zootecnico. In Umbria sono sempre meno gli allevamenti di agnello da carne, perché poco redditizio. Nella nostra regione, diversamente dall'Abruzzo, dal Molise e dal Lazio, il consumo della carne di agnello è legato in modo prevalente alle festività pasquali e natalizie. Durante il resto dell'anno si consuma poco, perché viene percepito troppo caro. Il prodotto umbro, e italiano in generale, è quindi scarso. La GDO si rifornisce soprattutto da Spagna, Romania e Ungheria.
Per il 2022 si registrano aumenti del prezzo per il consumatore finale dovuti ai rincari delle materie prime, tra cui il fieno che è l'alimentazione base per le pecore nel periodo invernale. Le aziende agricole che non lo coltivano e devono acquistarlo, nel 2022 lo hanno pagato il doppio rispetto all'anno precedente: dai 10 euro al quintale è schizzato a 20. I prezzi dell'agnello sono aumentati di circa un euro rispetto al 2021: il grossista o il macellaio paga all'allevatore dai 4 ai 5,50 euro al Kg (capi vivi). Il consumatore che lo acquista in una macelleria dell'Umbria spende in media dai 20 ai 23 euro al Kg per la cotoletta, dai 15 ai 18 euro al Kg per il coscio e dai 10 ai 15 euro al Kg per la spalla d'agnello.
"Questa è la prima Pasqua di vera ripresa dopo due anni di pandemia, - ha sottolineato il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini - . Negli anni precedenti i nostri imprenditori agrituristici hanno dovuto stare fermi o lavorare a spizzichi e bocconi, tra mille incertezze, con grande fatica e sacrificio. Rimangono alcune difficoltà, come la crisi energetica e alimentare, che non potranno essere superate nell'immediato, ma i segnali sono positivi e fanno ben sperare per il futuro. C'è tanta voglia di ritornare alla normalità, come dimostrano le tante prenotazioni registrate e come conferma la recente indagine Ipsos che rileva come, a livello sociale, l'80% degli italiani sente un crescente bisogno di vivere all'interno di una comunità, dove riscoprire la dimensione umana e valoriale. Credo che l'Umbria possa offrire tutto questo ai suoi tanti turisti, per ripartire insieme".
Per approfondimenti e interviste:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
Tel. 340.9200423
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L'Umbria che pensa globale ma agisce locale per superare la crisi energetica e alimentare
Distretti del cibo, comunità energetiche e parchi agrisolari-Convegno CIA ad AgriUmbria: le soluzioni locali per diventare più indipendenti
Con PSR e PNRR sfruttare le biomasse legnose delle nostre foreste e incentivare l'eolico
Bastia Umbra – Affrontare la crisi energetica e alimentare che l'Europa sta attraversando, dovuta anche alla guerra in Ucraina, arrivando un passo dopo l'altro all'autosufficienza del nostro territorio attraverso le comunità energetiche, i distretti e le comunità del cibo, gli investimenti nei nuovi parchi agrisolari che stanno per nascere e sfruttando al meglio le biomasse forestali di cui il territorio regionale dispone. Una sinergia di intenti e progettualità che candidano l'Umbria, per caratteristiche ambientali e sociali, a diventare il cuore sostenibile d'Italia. Di questo si è parlato nel corso del partecipato convegno organizzato da Cia-Agricoltori Italiani Umbria in occasione della fiera AgriUmbria, sabato 2 aprile, dal titolo "L'Umbria che pensa globale ma agisce locale per superare la crisi energetica e alimentare". La discussione si è aperta con uno sguardo al contesto globale, che vede l'Italia fortemente dipendente da Russia e Ucraina per le importazioni di grano, mail, girasole, mangimi e fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Una situazione che sta facendo registrare un'inflazione alimentare che sta portando il comparto agricolo al collasso, con costi che non coprono più i prezzi di produzione per allevatori e coltivatori.
Ampio il parterre di relatori: oltre al presidente Cia Umbria Matteo Bartolini, hanno partecipato il presidente di Umbriafiere Lazzaro Bogliari, il presidente della Camera di Commercio Umbria Giorgio Mencaroni, l'assessore regionale all'Agricoltura Roberto Morroni, e Luca Brunelli membro di Giunta Cia nazionale. Ad aprire il dibattito l'Ing. Enrico Bonacci del Dipartimento Energia del Mite, Ministero della Transizione Ecologica che ha illustrato il ventaglio delle possibilità che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) offre alle imprese agricole per ridurre i costi sostituendo parte dell'energia consumata con energia rinnovabile.
Dall'Italia all'Europa, con la presenza dell'europarlamentare PD Camilla Laureti della Commissione Agricoltura: "L'Europa – ha detto – sta affrontando in modo celere e compatto la situazione. La Commissione ha approvato un piano di 500 milioni di euro per il comparto agricolo, che salirà fino a 1,5 miliardi per le aziende in forte difficoltà. Abbiamo sbloccato quei terreni che da anni non potevano più essere coltivati, in Italia circa 200mila ettari. Non è ancora abbastanza ma è un primo passo". L'energia rinnovabile, prodotta e condivisa da un insieme di produttori/consumatori è al centro del concetto di "comunità energetica" come soluzione locale alla dipendenza energetica che l'Italia sta accusando. Di come creare comunità energetiche ha parlato Remigio Venanzi, coordinatore consulta Agricoltura ANCI. "Stiamo raccogliendo le adesioni dei Comuni per creare comunità energetiche in vari territori umbri, per instaurare un rapporto diretto con i produttori e aprire un distretto rurale che sia vicino al territorio, alla nostra cultura e che incentivi anche il turismo". Manuel Maraghelli, Amministratore Unico Afor-Agenzia Forestale Regionale ha puntato l'attenzione sulla gestione delle foreste umbre dalle quali estrarre biomassa legnosa. "Il 90% di massa legnosa – ha detto - è usata in Umbria come combustibile. Circa il 50% delle famiglie fa uso di legna, purtroppo si usano solo al 50% i caminetti, mentre per il 25-30% si utilizzano ancora le stufe che hanno una grande dispersione di calore. Grazie al Psr l'Afor sta programmando interventi per i prossimi 10 anni per sfruttare al meglio le energie delle biomasse in Umbria".
Franco Cotana, professore ordinario Unipg, coordinatore del Dottorato di ricerca internazionale in Energia e Sviluppo sostenibile ha illustrato le varie opportunità in cui si può produrre energia sostenibile: "Non c'è solo il fotovoltaico, ma anche l'eolico e le biomasse - ha spiegato il Prof. Cotana - che insieme al geotermico sono l'unica energia programmabile di cui possiamo disporre nei modi e nei tempi che vogliamo. L'Umbria ha tutte le potenzialità per essere decarbonizzata: l'eolico è ancora poco sfruttato, l'idroelettrico funziona abbastanza, il fotovoltaico resta ancora al 7% e sulle biomasse c'è ancora un grande lavoro da fare. A Terni da molti anni facciamo ricerca sull'idrogeno, il bosco è una risorsa importante per le biomasse: dal legno di può fare anche idrogeno verde: 1 kg di idrogeno si ricava da 12 kg di legno. In pratica – ha spiegato il prof. Unipg - con 1 kg di idrogeno si percorrono 100 km, l'equivalente di 4 litri di benzina. Con 12 kg di legno si fanno 100 km. Idrogeno che, in un impianto in Germania, costa 2,70 euro al Kg. Se questo è il prezzo, possiamo fare a meno della benzina".
Ad illustrare il bando per i 'parchi agrisolari' che dovrà uscire entro l'estate, è stato Massimo Bagnoli, presidente di Esco Agroenergetica, società di servizi energetica di Cia-Agricoltori Italiani. Si tratta di una misura inserita nel PNRR che incentiva, con risorse pari a 1,5 miliardi di euro, il fotovoltaico sui tetti delle aziende agricole a agroindustriali, senza consumo di suolo. Il parco dovrà avere una capacità di generare energia solare di almeno 375mila Kw. Potranno partecipare gli imprenditori agricoli singoli o associati, le imprese agroindustriali e le cooperative agricole. Dei vantaggi delle 'comunità del cibo', che nascono per mettere al centro il cibo come valore e bene comune, ha parlato la Prof.ssa Biancamaria Torquati dell'Unipg, con un focus sul 'Villaggio del cibo' che sta per nascere in Umbria: un modello innovativo basato sull'unione di produttori e consumatori, in cui i consumatori sono anche lavoratori volontari presso la cooperativa che gestisce la comunità stessa. Mirco Rinaldi, sindaco di Montone e Presidente del Gal Alta Umbria ha lanciato un appello a tutti gli agricoltori affinché facciano parte dei Distretti del cibo, soggetti giuridici composti da enti privati e pubblici con lo scopo di promuovere lo sviluppo e garantire la sicurezza alimentare nel territorio, tramite l'integrazione delle filiere, che stanno per essere riconosciuti dalla Regione Umbria, per cambiare la cultura del consumo e le abitudini alimentari.
Per approfondimenti e interviste:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
Tel. 340.920042