PERUGIA –"Sfide e opportunità del comparto primario". È il titolo ed il tema dell'assemblea regionale di Cia Agricoltori italiani dell'Umbria in programma giovedì 8 febbraio 2024 a Perugia, all'hotel Giò Wine e Jazz.
«L'assemblea regionale che va ad aprire il 2024 di Cia Umbria rappresenta un momento molto importante per gli agricoltori. L'agricoltura è sempre più centrale nella società, nelle dinamiche socio-economiche, anche gli ultimi anni lo hanno reso evidente – lo ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale - . I costi energetici e quello delle materie prime alle stelle, i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la sicurezza alimentare, i pesticidi, le politiche europee e quelle nazionali, ci impongono di avere una progettualità che possa rispondere al meglio alle esigenze del mondo agricolo, e politica e istituzioni devono contribuire in maniera sempre più incisiva a questo processo».
L'appuntamento, dalle ore 11, vedrà l'intervento di Fabio Del Bravo, responsabile della direzione Servizi per lo Sviluppo rurale di Ismea, l'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.
Partendo dalla consapevolezza della forza dell'agricoltore all'interno della filiera del cibo, l'obiettivo è continuare nell'azione di avvio di filiere alternative del cibo. All'assemblea regionale interverrà, inoltre, Roberto Morroni, assessore alle Politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria.
Ufficio stampa Cia Umbria
Cristiana Mapelli 338 3503022
PERUGIA – «Un modello economico che non dà il giusto valore al prodotto, non si preoccupa dello spreco che avviene. Uno spreco di cibo, di risorse economiche, di beni naturali come il suolo e l'acqua, di dignità del lavoro agricolo che getta l'agricoltore in un circolo vizioso di produzione a basso costo». Così in una nota Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori italiani dell'Umbria e vice presidente nazionale in occasione della giornata nazionale per la prevenzione contro lo spreco alimentare.
«I cortei dei trattori che in questi giorni percorrono le strade regionali ed europee esprimono il forte disagio che vive il comparto primario all'intero di questo modello di filiera agroalimentare.
Per garantire un futuro per gli agricoltori e, al contempo, soddisfare le esigenze dei consumatori, è necessario non solo promuovere una nuova filosofia di produzione alimentare, ma anche educare i cittadini verso scelte d'acquisto più consapevoli.
Scelte non orientate esclusivamente al prezzo finale, che tengano conto della qualità del prodotto e della sostenibilità del processo produttivo, e che guardino altresì alla tutela dell'ecosistema e della salute umana.
Secondo i dati raccolti dalla campagna SprecoZero, a livello domestico in Italia sprechiamo circa 4,9 euro a nucleo familiare, per un totale di 6,5 miliardi euro complessivi e un costo nazionale di circa 10 miliardi euro.
Scegliere cibo economico, scadente e di veloce deterioramento causa, insieme a un aumento degli alimenti buttati in pattumiera, anche un peggioramento nella propria dieta e nella sicurezza alimentare e provoca un danno al nostro pianeta.
Maggiore consapevolezza da parte del consumatore significa minor spreco alimentare, risparmio nel budget familiare, opportunità per acquisti alimentari locali o da filiera corta e salvaguardia dell'ambiente».
Ufficio stampa Cia Umbria
Cristiana Mapelli 338 3503022
Bartolini «Qualità e innovazione. La produzione di malto d'orzo ha consentito la nascita di una vera e propria filiera corta»
PERUGIA - Un'opportunità di incontro e di riflessioni da parte dei protagonisti della birra italiana su un settore che negli ultimi 20 anni ha innescato la rivoluzionaria nascita della birra artigianale made in Italy. Giù il sipario sulla prima edizione degli Stati generali della Birra a Pollenzo, in provincia di Cuneo, voluta da Cia agricoltori italiani insieme a Unionbirrai. A partecipare anche Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale con delega nel settore birrario.
Bartolini, in apertura dei lavori, sabato 20 gennaio, ha ricordato il modello Umbria che sta facendo «i primi passi grazie alla collaborazione con i mastri birrai e all'utilizzo di malto d'orzo e luppolo made in Italy». Quella umbra è una realtà unica perché vede presenti birrifici artigianali d'altissima qualità e leader dell'innovazione, insieme al modello di filiera del luppolo presente in Italia e ad una produzione regionale di malto d'orzo che ha consentito la nascita di una vera e propria filiera corta. Tanto che in Umbria il luppolo è stato inserito dalla Regione tra le filiere strategiche.
«Un modello di successo – ha aggiunto Bartolini - anche grazie all'attenzione alle politiche offerte dalle istituzioni a supporto dello sviluppo della filiera birraria, perché agli strumenti del Psr dedicati alla coltura del Luppolo e all'Orzo si è aggiunta una Legge regionale dedicata alla Birra artigianale che mette l'Umbria all'avanguardia nella strategia di valorizzazione di questa nuova eccellenza del Made in Italy che è la Birra artigianale di qualità».
E poi qualche numero. «Ad oggi in Italia si produce solo il 40% del malto d'orzo necessario al mercato italiano e solo il 5% del luppolo, per questo le opportunità di crescita ci sono tutte attraverso accordi di filiera». In Italia sono oltre mille i birrifici di eccellenza che hanno fatto crescere il valore condiviso della birra italiana, in Umbria sono una decina gli impianti presenti e disseminati in Alto Tevere, nella zona del Trasimeno e nella Valle Umbra.
«Grazie alla spinta verso le produzioni territoriali di qualità, in cui i birrifici artigianali sono stati pionieri, oggi la produzione dell'orzo distico sta vivendo una nuova stagione di crescita e finalmente anche la filiera del luppolo italiano sta divenendo una solida realtà». E poi ci sono le sfide e i pericoli che il settore deve affrontare.
«Dalla tassazione eccessiva che pesa sulla produzione della birra, alla necessaria innovazione del quadro normativo, che appare datato e incapace di sostenere la crescita di un settore così cambiato, tante sono le sfide decisive per il futuro della filiera birraria.
A partire dalla sfida più grande: quella della sostenibilità economica, sociale, ambientale delle produzioni birrarie e della filiera, in un tempo in cui i mutamenti climatici stanno mettendo a repentaglio lo stesso futuro della birra in tutto il mondo».
Ufficio stampa Cia Umbria
Cristiana Mapelli 338 3503022