PERUGIA - Due giornate dove sottolineare il calore culturale degli agricoltori e dell'agricoltura e riflettere sulle criticità delle aree interne. "Un'occasione importante dove riportiamo al centro le criticità delle aree interne che stanno subendo un maggiore spopolamento in quanto risultano più difficilmente vivibili a causa della carenza di servizi e la mancanza di infrastrutture che porta le famiglie e i giovani ad avvicinarsi ai centri invece che restare sul territorio" ha sottolineato Alfio Bicchi, presidente di Anp – Cia Umbria.

Per la dodicesima edizione della Festa del Pensionato del Centro Italia a cura dell'associazione nazionale pensionati (Anp) e Cia Agricoltori Italiani dell'Umbria, Todi, sabato 30 settembre e domenica Primo ottobre accoglierà i soci Anp di sette regioni d'Italia. Insieme Umbria, Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana per una due giorni ricca di iniziative e di momenti di riflessione e socialità. Sabato, alle 16, presso il teatro comunale di Todi, si svolgerà il convegno "Servizi essenziali nelle aree interne" coordinato dal vice presidente nazionale vicario Anp – Cia Franco Fiori. Interverranno tra gli altri il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, il presidente di Cia Umbria Matteo Bartolini, il presidente di Anp – Cia Umbria Alfio Bicchi, Francesca Cionco della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, il vice presidente della giunta regionale Roberto Morroni, il presidente Anci Umbria Michele Toniaccini, il direttore regionale per il coordinamento Pnrr Luca Federici. Le conclusioni saranno di Alessandro Del Carlo, presidente nazionale Anp – Cia. Giornata conclusiva, invece, domenica, dalle ore 9.30 in piazza del Popolo dove interverranno la parlamentare europea Francesca Peppucci e il sindaco Ruggiano insieme ai presidenti dell'Anp di Abruzzo, Lazio, Molise, Marche, Toscana, Sardegna e che vedrà le conclusioni del presidente di Cia nazionale Cristiano Fini. Non mancheranno momenti culturali, socialità e intrattenimento. Come la lettura della laude di Jacopone da Todi "Iubelo de core" e "Povertate Innamorata" da il professore emerito dell'Università degli Studi di Milano  Claudio Peri, sabato durante il convegno al teatro di Todi e lo spettacolo e la musica degli sbandieratori di Todi e della banda in piazza in programma domenica mattina.

 

In allegato: programma 

A rischio i vini simbolo del territorio umbro - Difficoltà nell'Orvietano, Ternano, Trasimeno, Montefalco – Spoleto dove c'è chi prevede un calo produttivo fino al 60 per cento

L'appello alla Regione: "Più risorse per mettere in sicurezza il reddito delle imprese vitivinicole"

PERUGIA – Iniziata in ritardo rispetto all'anno scorso la vendemmia 2023, per il vino sarà un'annata difficile.

Conseguenze degli effetti climatici, dove il caldo torrido e i nubifragi hanno danneggiato i vigneti compromettendo un territorio ai minimi termini e ritardando la maturazione delle uve, soprattutto quella a bacca bianca. Difficoltà nella zona di nell'Orvietano, nel Ternano e in quella di Montefalco – Spoleto, dove c'è chi prevede un calo produttivo fino al 60 per cento rispetto all'anno scorso e produzione scarsa nel Trasimeno.

A parlare sono le previsioni sulla vendemmia 2023 di Cia Agricoltori italiani dell'Umbria. A rischio, infatti, sono i vini simbolo del territorio umbro, come il Sagrantino di Montefalco

Le piogge del trimestre aprile - giugno hanno imperversato favorendo la diffusione della peronospora, temuta malattia della vite, e che ha colpito sia la produzione in biologico che quella in convenzionale.

La zona dell'Orvietano si stima che produrrà il 40 per cento in meno di vino. Nel complesso, le previsioni parlano di una produzione composta prevalentemente da vino Doc e produzioni minori per i vini ad indicazione geografica e quello varietale.

Situazione, forse, più difficile per i produttori di vino nella zona di Montefalco -Spoleto dove le previsioni descrivono una produzione inferiore fino al 60 per cento. Questo in quanto il Sagrantino è tra le varietà più suscettibili agli attacchi di peronospora sui grappoli perché è una fioritura anticipata. Produzione scarsa anche nel Ternano (con una perdita che arriva fino al 50 per cento) e nel Trasimeno (meno 40 per cento).

Insomma, le prime settimane di vendemmia confermano una produttività a macchia di leopardo dove fondamentale è stata la tempestività di intervento tecnico. Ora le condizioni climatiche nella parte della vendemmia influiranno ulteriormente per raggiungere buoni livelli quantitativi e qualitativi.

E poi c'è l'aumento dei costi a cui gli imprenditori agricoli stanno facendo fronte. "Il clima di quest'anno ci ha costretti a entrare più volte nel vigneto per intervenire e salvare il salvabile – spiega Nicola Chiucchiurlotto, imprenditore e responsabile per il settore vitivinicolo del comitato esecutivo regionale di Cia Umbria –. Questo ha comportato un aumento dei costi di manodopera e carburante, ad esempio, che si sommano già a quelli complessivi e all'inflazione. Ecco perché per le aziende viticole che hanno subito danni da attacchi di peronospora abbiamo chiesto alla Regione tra le altre cose una richiesta di supplemento al gasolio agevolato. Una vendemmia, questa, che rivendica l'esigenza di puntare sul monitoraggio dei dati climatici, l'assistenza tecnica e l'aggiornamento delle competenze degli imprenditori e sulla ricerca per aiutare alcune varietà ad essere più resistenti alle condizioni climatiche avverse che si presentano in stagioni difficili come questa".

"Sul fronte nazionale la quota di un milione di euro stanziati a livello nazionale per affrontare un problema che è già emergenza da Nord a Sud Italia risulta appare irrisorio – ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell'Umbria e vice presidente nazionale - . Chiediamo alla Regione Umbria di sollecitare l'esecutivo affinché vengano stanziate risorse adeguate dal Fondo di solidarietà nazionale utili a mettere in sicurezza il reddito delle imprese viticole da noi rappresentate".

Cia Agricoltori italiani dell'Umbria

Ufficio stampa

Cristiana Mapelli 338 3503022

Lattanzi (Cia Umbria): "Cresce la durata media dei soggiorni e la destagionalizzazione". Vacanze green e ampia offerta di servizi: gli ingredienti di un turismo in continua crescita


PERUGIA - Il movimento turistico negli esercizi agrituristici umbri evidenzia un andamento in continua crescita. Cibi genuini, fattorie didattiche, ampi spazi all'aria aperta e, perché no, anche costi contenuti: l'agriturismo piace sempre di più. Tanti i fattori che hanno dato il via ad una forte spinta della vacanza in campagna in stile moderno, ovvero l'agriturismo, che quest'anno ha registrato un numero di presenze oltre le aspettative, come conferma Antonio Lattanzi, titolare dell'azienda Agrileisuretime di Spoleto e coordinatore del Gie Fattorie didattiche di Cia Umbria.


"L'incremento di presenze negli agriturismi è esponenziale: c'è da parte delle persone e delle famiglie l'esigenza di trascorrere sempre più tempo a contatto con l'ambiente e la natura, in cui anche le relazioni sociali si rafforzano e si integrano in questo contesto. Tutto ciò ci ha permesso di avere negli ultimi mesi un aumento inaspettato, caratterizzato dal protrarsi della durata media dei soggiorni e da fenomeni come la destagionalizzazione"


I visitatori italiani e stranieri scelgono la vacanza in agriturismo non solo per soggiornare nel verde, ma perché possono vivere delle esperienze: fare attività rurali, passeggiate, esperienze legate alla cucina locale, ai produttori agricoli e artigiani, al contatto con gli animali e all'ambiente circostante. O attività con i bambini, come le fattorie didattiche. Ecco perché Cia Agricoltori italiani dell'Umbria, sottolinea come sia fondamentale elevare la qualità degli operatori e dell'offerta affinché possano essere messi in rete tutte quelle attività attrattive che possano alzare il livello.


"Un punto vincente in tal senso è sicuramente il concetto di squadra, poiché il nostro è un comparto che non solo dà valore economico, ma anche sociale, grazie alla capacità di creare occupazione, spesso giovanile e femminile, oltre che sostenere le aree rurali anche dal punto di vista della vitalità culturale. Dobbiamo e possiamo lavorare ancora di più in sinergia tra gli operatori di tutta la filiera per trasferire 'agricultura', proprio nella consapevolezza delle peculiarità di questo settore".
Cia Agricoltori italiani dell'Umbria
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