L'iniziativa della Confederazione con Aiel e Turismo Verde a Umbertide (PG). Obiettivo: discutere idee e proposte per contribuire al risparmio energetico e ridurre le emissioni di anidride carbonica nelle strutture agrituristiche. Sfruttare le potenzialità del legno, fonte "green" che crea più valore aggiunto e occupazione.

Perugia, 22 nov - Anche gli agriturismi possono contrastare i cambiamenti climatici e contribuire a "salvare" il Pianeta, riducendo il conto energetico e aumentando l'efficienza delle strutture con la scelta di fonti "green". A partire dal legno. Questo il messaggio venuto fuori da "Agriturismi Fossil Free", l'iniziativa organizzata oggi a Umbertide, in provincia di Perugia, da Cia-Agricoltori Italiani con Aiel e Turismo Verde.
"È prioritario in Italia ridurre i consumi di energia attraverso l'efficientamento degli edifici e sostituire le fonti fossili di energia con le rinnovabili", ha dichiarato in apertura di lavori Domenico Brugnoni, presidente di Aiel-Associazione italiana energie agroforestali e presidente di Cia Umbria. Da questo punto di vista "le strutture agrituristiche possono fare molto -ha aggiunto- e contribuire in modo significativo al risparmio di energia primaria e di emissioni clima alteranti".
"Gli agriturismi associati alla Cia scelgono l'efficienza per un turismo sostenibile -ha spiegato il presidente nazionale Dino Scanavino-. Perché clima, difesa dei suoli, sicurezza alimentare, tutela del verde e del paesaggio, sono questioni vitali che vanno messe al centro della politica e anche dell'azione degli imprenditori agricoli. Perché il settore può diventare sempre di più un alleato fondamentale per combattere il cambiamento climatico".
E la prima fonte rinnovabile molto importante e "a portata di mano" per gli agriturismi è il legno. Il comparto "legno-energia" infatti -si è rilevato durante i lavori del convegno- in Italia ha potenziali di sviluppo notevoli che consentono di ottenere benefici socioeconomici e ambientali per la collettività.
Innanzitutto, a parità di calore prodotto, le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2 della rinnovabile legno. Poi, sulla base dell'analisi ambientale del ciclo di vita, è stato dimostrato che l'impatto ambientale di una moderna caldaia domestica a biomasse è 6 volte inferiore rispetto a una caldaia a olio combustibile e 5 volte inferiore rispetto a una caldaia a combustibili fossili gassosi (Gpl e metano).
Inoltre, la sostituzione delle fonti fossili con il legno crea valore aggiunto e occupazione a livello locale, incrementa il potere di acquisto delle comunità locali, migliora la sicurezza nell'approvvigionamento energetico e riduce le emissioni climalteranti: per ogni 70 tonnellate di legna che si utilizzano in apparecchi e caldaie si creano da 120 a 230 ore di lavoro l'anno (il gasolio per la stessa quantità di energia crea 20 ore di lavoro/anno e il metano 10 ore/anno); in media le filiere bioenergetiche, basate su materia prima legnosa locale, creano 7,5 volte più occupazione rispetto al gasolio e ben 15 volte più occupazione rispetto ai combustibili fossili gassosi (Gpl e gas naturale).
Va anche ricordato -come emerso dal convegno di Cia, Aiel e Turismo Verde- come oggi le foreste europee crescono di 322 mila ettari l'anno (un campo da calcio al minuto) e tuttavia la valorizzazione del legno locale come materia prima e per l'uso energetico moderno è ancora molto limitata rispetto al potenziale. L'Italia in questo senso è, dopo Cipro, maglia nera in Ue.

Appuntamento da non perdere quello proposto dalla Confederazione italiana agricoltori che, in collaborazione con Aiel-Associazione Italiana Energie Agroforestali e con l'associazione Turismo Verde, ha organizzato per martedì 22 novembre mattina presso la Tenuta di Montecorona ad Umbertide, un incontro sulle concrete opportunità per gli agriturismi di adottare innovazioni per l'efficienza energetica e l'uso delle energie rinnovabili. Si tratta di possibilità, sostenute da incentivi pubblici, che permettono di ridurre i costi aziendali e, soprattutto, di migliorare la qualità dell'offerta e la reputazione delle imprese, anche nell'ottica della sostenibilità ambientale e della mitigazione del cambiamento climatico attraverso l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili in sostituzione di quelle di origine fossile. Agriturismi Fossil Free, infatti, è il tema del convegno che sarà aperto, alle ore 10,30, dal presidente nazionale di Turismo Verde, Giulio Sparascio; seguirà l'introduzione di Domenico Brugnoni, presidente di Aiel e di Cia Umbria, quindi le comunicazioni di Rico Farnesi di Esco Agroenergetica e di Valter Francescato, direttore tecnico di Aiel. Dopo il dibattito ed un question time con gli imprenditori agrituristici le conclusioni saranno affidate al presidente nazionale della Cia, Secondo Scanavino. Per tutti gli interessati sarà un'occasione molto importante non solo per conoscere tutte le novità della normativa in materia, ma anche per contattare direttamente i tecnici e gli esperti di Aiel e di Esco Agroenergetica dai quali ricevere informazioni sulle tecnologie a disposizione e sugli incentivi ad esse collegati. La bolletta energetica, infatti, risulta sempre particolarmente pesante per le aziende agrituristiche.

Breve nota e alcuni dati statistici sull'agriturismo in Italia ed in Umbria.
L'agriturismo italiano, che ha appena compiuto 30 anni (la prima legge nazionale risale al 1985), è ormai diventato un comparto maturo della nostra agricoltura e della nostra economia rurale, espressione principale di quella multifunzionalità dell'impresa agricola che ha svolto negli ultimi decenni un ruolo fondamentale per ridare centralità all'intero settore. Secondo i più recenti dati Istat nel 2015 è proseguito il trend di crescita delle aziende agrituristiche: 22.238 in tutto il Paese (+2,3 per cento rispetto al 2014) che hanno ospitato 11,3 milioni di persone (+4,9 per cento). Il Centro Italia è l'area dove è stato registrato il maggiore incremento di agriturismi (+5,1 per cento rispetto al +1,7 del Nord ed al -1,1 per cento del Sud). In Umbria, nello stesso periodo, le aziende agrituristiche attive sono passate da 1.309 a 1.335 (con un incremento di circa il 2 per cento) che nel 2015 hanno fatto registrare 252.145 arrivi e 879.779 presenze (rispettivamente +4,47 e +3,25 per cento). Questi numeri sarebbero stati certamente superati nel 2016 senza il terremoto che sta sconvolgendo il Centro Italia dal 24 agosto e che ha sì colpito direttamente le aziende agrituristiche nei Comuni del cosiddetto "cratere" ma, indirettamente, ha assestato un duro colpo a tutte le imprese umbre operanti nel comparto della ricettività e, inevitabilmente, anche alle aziende agrituristiche. Tuttavia, al di là delle conseguenze del fenomeno sismico-sulle quali certamente occorrerà intervenire per sostenere adeguatamente le aziende colpite-l'attività agrituristica è caratterizzata, anche in Umbria, da costi energetici di particolare rilevanza e spesso incomprimibili. Da qui l'esigenza di intervenire per contenere tali costi riducendo drasticamente, nel contempo, l'emissione di pericolosi gas-serra in atmosfera; un'esigenza che Cia, Aiel e Turismo Verde hanno fatto propria traducendola in proposte concrete che saranno presentate e discusse in occasione del convegno di Umbertide del 22 novembre.
Perugia, 18 novembre 2016
In allegato il programma del convegno

Salvare patrimonio da 1.5 miliardi. Brugnoni: evitare il rischio spopolamento

Aiutare a fronteggiare l'emergenza e sostenere aziende e allevatori che vogliono rimanere sul territorio per ricostruire, "salvando" un sistema agricolo straordinario che, tra produzione e valore aggiunto, vale oltre 1,5 miliardi di euro. E che fattura circa 600 milioni solo con l'export dei prodotti d'eccellenza come quelli della Valnerina. Con questo obiettivo martedì 8 novembre il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino si è recato in Umbria, nelle zone terremotate tra Norcia e Castelluccio, per incontrare le imprese associate colpite dal sisma e raccogliere le loro istanze. Ad accompagnarlo il presidente regionale di Cia Umbria Domenico Brugnoni ed il direttore regionale Catia Mariani. La situazione è drammatica e le richieste degli agricoltori, che non vogliono abbandonare le loro aziende e i loro animali, sono chiare: con l'arrivo dell'inverno servono soluzioni immediate, visto che il 90 per cento delle strutture è danneggiato e il bestiame rischia di ammalarsi o morire a causa del freddo senza un ricovero adeguato. "Ci dicono che presto arriveranno i moduli abitativi temporanei per noi e le stalle mobili per gli animali -hanno detto gli allevatori a Scanavino- ma qui presto vuol dire ora, domani al massimo, perché con la pioggia e il gelo si fa sempre più fatica a resistere".
Mentre continuano sopralluoghi e segnalazioni, dal primo parziale bilancio dei danni nella regione risultano ad oggi 170 le aziende agricole coinvolte e 80 gli allevamenti danneggiati tra Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto e Preci. Resta, poi, il rischio di frane molto elevato a Norcia e Castelluccio con difficoltà enormi di circolazione nelle strade di accesso principali e in parte della viabilità minore. Solo per gli allevamenti ancora presenti a Castelluccio, si parla di 600 pecore, 100 bovini e una quarantina di cavalli. Per le greggi è previsto il rientro in transumanza, con camion scortati da mezzi di soccorso che provvederanno a portare a valle cavalli e bovini. Intanto cominciano a risolversi molti problemi relativi ad elettricità e acqua: i tecnici dell'Enel hanno provveduto agli allacci necessari, mentre con Vus-Valle Umbra Servizi si è potuta garantire la fornitura di acqua con autobotti per abbeverare gli animali, necessaria ancora finché non saranno ripristinate le sorgenti. "Bisogna fare presto -ha ribadito il presidente nazionale della Cia-. Monitoreremo la situazione affinché le misure previste dal governo siano attuate urgentemente e continueremo con le nostre azioni di sostegno alle aziende dei territori dell'Appennino centrale colpiti dal sisma, anche con l'apertura di un conto corrente dedicato. Perché soltanto creando le condizioni per aiutare gli agricoltori a superare l'emergenza, rimanendo sul posto, sarà possibile mantenere vivo il tessuto economico e sociale delle aree terremotate, visto che si tratta di zone a fortissima vocazione rurale."
Per il presidente regionale Brugnoni "è necessario dare priorità agli interventi di sostegno alle aziende agricole e zootecniche, così duramente colpite, anche per evitare il rischio di abbandono di interi territori e la conseguente dispersione di un patrimonio inestimabile di competenze e conoscenze conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo."

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