Colpite aziende zootecniche nei comuni di Allerona e di Orvieto
Cia dell'Umbria: "Ora i lupi, indisturbati, attaccano anche in pieno giorno"
Marceddu: "Subito indennizzi ed un Piano straordinario di contenimento"
I lupi continuano imperterriti a colpire pesantemente gli allevamenti nell'indifferenza generale. La Cia dell'Umbria denuncia la drammatica e precaria situazione in cui sono costrette ad operare numerose aziende zootecniche dell'orvietano, che deriva dall'aumento vertiginoso delle aggressioni da lupo e chiede alle istituzioni di intervenire a tutela degli allevatori che non possono essere lasciati soli a fronteggiare quella che rischia di configurarsi come una emergenza. Le nuove aggressioni subìte nelle ultime settimane, peraltro, hanno fatto registrare un pericoloso "salto di qualità": hanno riguardato imprese situate non solo in montagna e nell'alta collina ma anche nella collina medio-bassa; in alcuni casi sono avvenute in pieno giorno, situazione inusuale per animali che notoriamente preferiscono attaccare di notte. Le aggressioni sono ampiamente documentate, da tempo, anche dalle fototrappole della Provincia di Terni. La stessa strumentazione è stata installata per monitorare la presenza dei lupi anche in alcune zone della Tuscia, dove sono stati immortalati altri esemplari che attestano che il fenomeno è esteso e interessa vaste aree interregionali. Solo nel territorio di Allerona, nell'Alto Orvietano, sono stati un centinaio i capi ovini sbranati durante le ore del giorno in zona Monteregole; pesanti attacchi di lupi ad un allevamento di pecore sono stati segnalati anche nel comune di Orvieto, in località Capretta. La Cia dell'Umbria denuncia, purtroppo, anche il rischio di un inasprimento della tensione sociale; tra gli allevatori serpeggia, infatti, un forte malcontento a causa dei gravi danni al patrimonio zootecnico, accertati da tempo e non risarciti, con il conseguente pericolo di cessazione dell'attività per molte aziende, specie in queste aree interne ed economicamente più svantaggiate. "Si tratta di una preoccupante escalation provocata dall'assenza di interventi di contenimento di una specie che, – ricorda Antonello Marceddu, allevatore e vicepresidente della Cia di Orvieto – essendo protetta dall'ordinamento nazionale ed europeo, non può essere ridotta nella sua consistenza con le azioni che normalmente vengono messe in campo per altre specie selvatiche dannose come il cinghiale. Chiediamo pertanto alla Regione – conclude Marceddu – l'immediato indennizzo degli allevatori colpiti ed un Piano straordinario di contenimento del lupo, già richiesto nei mesi scorsi dal presidente della Cia dell'Umbria Domenico Brugnoni, da concertare con Organizzazioni agricole ed Istituzioni competenti non solo della nostra regione ma, data la rilevanza del fenomeno, anche della Toscana e del Lazio."

Perugia, 4 aprile 2014

Brugnoni: la politica si confronti con le rappresentanze delle imprese

"La nuova Politica agricola comune inciderà moltissimo sull'agricoltura umbra; le aziende della regione devono capire come interpretarla e quali scelte compiere nel prossimo settennio per migliorare i redditi e la capacità produttiva". Questa, in sintesi, l'esigenza che ha portato Cia e Confagricoltura dell'Umbria ad organizzare, nella prima giornata di Agriumbria 2014, la Conferenza nazionale sul tema "Pac 2014-2020, aiuti diretti e sviluppo rurale", tenutasi a Bastia Umbra il 28 marzo alla presenza di centinaia di agricoltori. Dopo il saluto del sindaco della città Stefano Ansideri e del rettore dell'Università di Perugia Franco Moriconi i lavori sono stati aperti dagli interventi dei presidenti regionali di Cia e Confagricoltura, Domenico Brugnoni e Marco Caprai. A tenere le relazioni principali su aiuti diretti e sviluppo rurale sono stati, quindi, rispettivamente Vincenzo Lenucci, direttore dell'area economica di Confagricoltura, e Giuseppe Cornacchia, responsabile del dipartimento economico e sviluppo agroalimentare di Cia. Lenucci ha sottolineato, tra l'altro, che "i pagamenti diretti – circa 4 miliardi all'anno solo per l'Italia, sei quali 80 milioni per l'Umbria - sono una componente essenziale della Pac. La riforma ha però cambiato la redistribuzione dei fondi tra settori, territori e comparti; in Umbria ce ne sono alcuni, come zootecnia, tabacchicoltura e olivicoltura, che hanno subìto una riduzione dei trasferimenti. Questo è un problema da risolvere altrimenti si rischia di perdere tante unità produttive." "Il programma di sviluppo rurale – ha spiegato poi Cornacchia – prevede per l'Italia circa 23 miliardi di euro da spendere in sette anni. Per l'Umbria, considerando anche il cofinanziamento nazionale e regionale, sono oltre 876 milioni di euro. Finora abbiamo avuto grosse difficoltà per problemi di burocrazia e per errori di programmazione; adesso, invece, dobbiamo spendere, e bene, questi fondi perché sono estremamente necessari ad assicurare crescita economica all'agricoltura ed all'intero Paese." Nel corso dell'ampio dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Alessandro Mastrocinque in rappresentanza di Agrinsieme e l'assessore regionale all'Agricoltura Fernanda Cecchini secondo la quale "l'agricoltura ha ritrovato la sua centralità. Finalmente si è capito che qualità del cibo e tutela dell'ambiente non sono valori che possono passare in secondo piano. Ora si tratta di cogliere le opportunità che la Pac offre per garantire reddito alle imprese, occupazione e sostenibilità ambientale." "Siamo ad una svolta – questo il commento finale di Brugnoni – il budget della Pac è definito ed anche alcuni indirizzi generali. E' importante, ora, fare delle scelte ma è necessario che la politica si confronti con le imprese e con le loro rappresentanze."

Brugnoni: la politica si confronti con le rappresentanze delle imprese

"La nuova Politica agricola comune inciderà moltissimo sull'agricoltura umbra; le aziende della regione devono capire come interpretarla e quali scelte compiere nel prossimo settennio per migliorare i redditi e la capacità produttiva". Questa, in sintesi, l'esigenza che ha portato Cia e Confagricoltura dell'Umbria ad organizzare, nella prima giornata di Agriumbria 2014, la Conferenza nazionale sul tema "Pac 2014-2020, aiuti diretti e sviluppo rurale", tenutasi a Bastia Umbra il 28 marzo alla presenza di centinaia di agricoltori. Dopo il saluto del sindaco della città Stefano Ansideri e del rettore dell'Università di Perugia Franco Moriconi i lavori sono stati aperti dagli interventi dei presidenti regionali di Cia e Confagricoltura, Domenico Brugnoni e Marco Caprai. A tenere le relazioni principali su aiuti diretti e sviluppo rurale sono stati, quindi, rispettivamente Vincenzo Lenucci, direttore dell'area economica di Confagricoltura, e Giuseppe Cornacchia, responsabile del dipartimento economico e sviluppo agroalimentare di Cia. Lenucci ha sottolineato, tra l'altro, che "i pagamenti diretti – circa 4 miliardi all'anno solo per l'Italia, sei quali 80 milioni per l'Umbria - sono una componente essenziale della Pac. La riforma ha però cambiato la redistribuzione dei fondi tra settori, territori e comparti; in Umbria ce ne sono alcuni, come zootecnia, tabacchicoltura e olivicoltura, che hanno subìto una riduzione dei trasferimenti. Questo è un problema da risolvere altrimenti si rischia di perdere tante unità produttive." "Il programma di sviluppo rurale – ha spiegato poi Cornacchia – prevede per l'Italia circa 23 miliardi di euro da spendere in sette anni. Per l'Umbria, considerando anche il cofinanziamento nazionale e regionale, sono oltre 876 milioni di euro. Finora abbiamo avuto grosse difficoltà per problemi di burocrazia e per errori di programmazione; adesso, invece, dobbiamo spendere, e bene, questi fondi perché sono estremamente necessari ad assicurare crescita economica all'agricoltura ed all'intero Paese." Nel corso dell'ampio dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Alessandro Mastrocinque in rappresentanza di Agrinsieme e l'assessore regionale all'Agricoltura Fernanda Cecchini secondo la quale "l'agricoltura ha ritrovato la sua centralità. Finalmente si è capito che qualità del cibo e tutela dell'ambiente non sono valori che possono passare in secondo piano. Ora si tratta di cogliere le opportunità che la Pac offre per garantire reddito alle imprese, occupazione e sostenibilità ambientale." "Siamo ad una svolta – questo il commento finale di Brugnoni – il budget della Pac è definito ed anche alcuni indirizzi generali. E' importante, ora, fare delle scelte ma è necessario che la politica si confronti con le imprese e con le loro rappresentanze."

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