Brugnoni: "Agricoltori e allevatori ostaggi di lupi e cinghiali"

Ormai la misura è colma. In Umbria gli animali selvatici sono diventati i veri padroni incontrastati delle campagne. Si susseguono quotidianamente, infatti, le denunce di attacchi da lupi e devastazioni per opera dei cinghiali, con danni enormi ad allevamenti e coltivazioni. La situazione è fuori controllo con il proliferare indisturbato della fauna selvatica in ogni parte del territorio regionale. Abbiamo l'impressione -dicono gli allevatori della Cia dell'Alto Tevere- che non si comprenda appieno la portata dell'emergenza. "Siamo stanchi -aggiungono -di pagare il conto di inadempienze e superficialità anche perché rimaniamo l'ultimo presidio di alcuni territori interni e contribuiamo in maniera decisiva alla tenuta del tessuto sociale, garantendo oltretutto un prezioso e indispensabile presidio idrogeologico in molte aree regionali marginali".
Ogni giorno denunciano dalla Cia dell'Umbria si registrano danni ingenti alle coltivazioni e perdite di animali da reddito : bisogna intervenire presto. Gli allevatori non condividono la scelta della Conferenza Stato-Regioni di rinviare il varo del "Piano lupo". Il mancato contenimento del fenomeno di diffusione incontrollata del lupo, reca enormi danni agli allevamenti ed è pericoloso. Così entrano nella questione gli allevatori della Cia dell'orvietano-, che sottolineano come un piano ragionato e sostenibile non avrebbe condotto alla "mattanza" di un animale protetto, bensì alla tutela della specie nel rispetto degli equilibri ambientali ma anche degli allevamenti che non possono essere esposti a danni e pericoli costanti.
Non si comprende la scelta delle istituzione nazionali e regionali di prendere tempo, quando è proprio la tempestività delle misure da attuare che potrebbe risolvere o arginare il problema. Questo mentre i pagamenti degli indennizzi, peraltro insufficienti, sono bloccati al 2014. Situazione analoga anche per tanti agricoltori con i campi costantemente invasi dai cinghiali che, indisturbati, banchettano lautamente in questi giorni, nel territorio del lago Trasimeno così come nell'eugubino, con ceci e legumi appena seminati. "In un momento di perdurante crisi per il settore e con i prezzi dei prodotti in caduta libera – dichiara Domenico Brugnoni, presidente di Cia Umbria - gli agricoltori sono stanchi da una parte di sfamare cinghiali e dall'altra, di dare in pasto ai lupi la preziosa carne degli allevamenti allo stato brado o semibrado. La Regione e gli ATC non possono rimanere indifferenti di fronte a tali scempi – continua Brugnoni – va attivata con urgenza all'interno della programmazione faunistico-venatoria, una più efficace azione di prevenzione per contenere il più possibile la presenza di selvatici nelle campagne, procedendo con urgenza ad indennizzare per intero agricoltori ed allevatori stanziando immediatamente in bilancio le risorse necessarie. Ad oggi al danno rischia infatti di aggiungersi la beffa, dopo il riordino delle competenze tra Comunità Montane, Provincia, Regione non c'è personale per effettuare sopralluoghi e periziare i danni, e gli indennizzi, se arrivano inoltre, sono irrisori e non coprono neanche i costi delle denunce e dello smaltimento delle carcasse.

Perugia, 4 Aprile 2017

Il 4 e 5 aprile 2017 si terrà ad Atene il 4° meeting del progetto Erasmus+ intitolato RESAVE (Renewable Energy Sources for Agricultural Vocational Education).
Il partner organizzatore dell'incontro è il PASEGES, associazione delle cooperative agricole greche, con la partecipazione delle Università di Ardahan e di Canakkale (Turchia), dell'Università di Scienze Ambientali e della Vita di Breslavia (Polonia), dell'Istituto Agrotecnico di Nitra (Slovacchia), dell'Agenzia per le Risorse Rinnovabili (Germania) e della Cia dell'Umbria.
Scopo principale del meeting è il confronto sui materiali formativi messi a punto dai partner, in base alle precedenti fasi di esame dello stato dell'arte e dell'analisi dei fabbisogni formativi sull'uso e la gestione delle fonti energetiche rinnovabili nelle imprese agricole europee. I materiali formativi, dedicati allo sviluppo di piani energetici aziendali o cooperativi da biomasse, solare termico e fotovoltaico ed eolico, verranno esaminati e testati da parte di agricoltori, tecnici ed esperti. Dopo il confronto e la discussione tra i partner, il prodotto formativo verrà testato e valutato con agricoltori, formatori ed esperti. Il meeting conclusivo, con la presentazione dei risultati del progetto, si terrà ad Ardahan, in Turchia, nel settembre prossimo.

Materiali informativi sul progetto RESAVE saranno disponibili  allo stand della Cia dell'Umbria presso il Centro Umbria Fiere di Bastia nel corso di Agriumbria 2017 dal 31 marzo al 2 aprile.

C'è una distorsione nel Made in Italy agroalimentare che vale il 15% del Pil e registra record oltreconfine, tuttavia non riconosce ai produttori la giusta remunerazione: è quanto emerso all'VIII Conferenza economica della Confederazione italiana agricoltori, riuniti a Bologna. Per riorganizzare la filiera e dare centralità a tutti gli attori, la Confederazione rilancia il progetto "Network dei Valori", le Reti d'impresa territoriali che tengono assieme agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti locali.
IL PRESIDENTE CIA UMBRIA DOMENICO BRUGNONI
"L'agricoltura è un settore trainante dell'economia nazionale e regionale, crea valore, ma questo non viene riconosciuto agli agricoltori": il Presidente della Cia Umbria, Domenico Brugnoni evidenzia il paradosso tutto italiano del settore. "Questa conferenza nazionale ha rimarcato ancora una volta – sostiene Brugnoni – la doppia faccia del settore. Mentre il comparto fattura oltre 57 miliardi di euro sui campi, i redditi degli agricoltori calano dell'8% all'anno (contro la media Ue del 2%); mentre l'export del Made in Italy agroalimentare raggiunge un record dopo l'altro, superando la soglia di 38 miliardi sui mercati stranieri, i prezzi pagati ai produttori nel Paese diminuiscono di un altro 5% nell'ultimo anno; e ancora peggio, mentre il settore primario crea occupazione con quasi 1,2 milioni di unità attive, l'imprenditore agricolo perde un giorno di lavoro su quattro per assolvere pratiche e adempimenti burocratici. Sono tutti esempi di una distorsione che va corretta, con interventi urgenti che finalmente restituiscano centralità all'agricoltura, rafforzando il suo ruolo lungo la catena del valore". In sostanza, "è necessaria un'equa redistribuzione dei rapporti nella filiera, tra le fasi a monte e quelle a valle. Così come va garantita una semplificazione burocratica e una migliore organizzazione commerciale del prodotto". Ecco gli esempi: per pagare un caffè al bar, l'agricoltore tipo dovrebbe mettere sul bancone 7 chili di grano; per comprare un biglietto del cinema, un produttore dovrebbe vendere quasi 36 chili di patate, che oggi "valgono" circa 24 centesimi al chilo, mentre al consumatore vengono proposte a 1,50 euro con un ricarico del 233%. Tutto questo mentre ogni azienda agricola è costretta a fornire oltre 2 chili di materiale cartaceo per una sola pratica Psr e, prima di poter commercializzare un litro di latte, deve superare 7 step normativi e mettere in conto uscite per la gestione aziendale di 20 mila euro l'anno.
Nutrita la delegazione umbra a Bologna ha chiesto a gran voce interventi urgenti per contrastare il crollo dei prezzi sui campi e individuare strumenti che riducano la forbice nella filiera agroalimentare tra i listini all'origine e quelli al consumo, dove in media per ogni euro speso dal consumatore, solo tra i 15 e i 18 centesimi finiscono nelle tasche dell'agricoltore. A tale proposito, nella Conferenza Economica della Cia, è stato rilanciato il progetto del "Network dei Valori" per "creare accordi sinergici ben codificati tra l'agricoltura, l'artigianato, il commercio, la logistica, gli enti locali per costruire un percorso virtuoso intorno alle produzioni agroalimentari. Una sorta di patto per dare vita a "Reti d'impresa territoriali" capaci di mettere in trasparenza l'intero processo di filiera che porta i prodotti agricoli e alimentari locali dal campo al consumatore. Con un codice di tracciabilità "ad hoc", da apporre sul packaging dei cibi, a certificazione e garanzia del processo avvenuto all'interno di un accordo di network".
Da una prima proiezione della fattibilità del progetto, da sostenere in tutte le regioni con i "Network dei Valori" secondo la Cia si potrebbero risparmiare circa 18 miliardi di euro e si potrebbe recuperare valore a vantaggio degli agricoltori .ᐧ

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