BARTOLINI: "MANTENUTI TUTTI I POSTI DI LAVORO IN TEMPO DI PANDEMIA. È IL TABACCO MIGLIORE AL MONDO. ORA SERVE SOSTEGNO E MENO DISCRIMINAZIONE"
DOMANI IL CONVEGNO CIA, CONFAGRICOLTRUA E UNITAB: "FILIERA DEL TABACCO, QUALE FUTURO?"

Perugia – Permettere agli imprenditori del tabacco di fare scelte e investimenti sul lungo periodo, senza più navigare nelle acque cupe dei contratti annuali. Ridare valore e prospettive al comparto tabacchicolo (Umbria al 1° posto per produzione in Italia), assicurando contratti pluriennali con le grandi manifatture del tabacco, Japan e British Tabacco in particolare, sostenendo un settore che ha saputo affrontare la dura prova della pandemia globale mantenendo i posti di lavoro.


È l'appello di Cia Umbria alla vigilia dell'incontro "La filiera del tabacco, quale futuro?", in programma domani 9 dicembre alle ore 16.00 (Modalità Webinar su piattaforma Zoom) ideato da Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Unitab, Unione Associazioni dei produttori e trasformatori di tabacco dell'Eu, alla presenza della Ministra alle Politiche Agricole Teresa Bellanova.


"Il tabacco – ha sottolineato Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria – sta offrendo oggi una sicurezza economica per molte famiglie in Umbria. La produzione del tabacco rappresenta per l'Alta Valle del Tevere una realtà agricola e industriale fondamentale, confermando l'Umbria al primo posto per la produzione di tabacco in Italia: siamo un fiore all'occhiello in quanto a specializzazione e know how. Ma per continuare a reggere ai duri colpi che la pandemia globale ha inflitto a tutti i settori economici, e per essere sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, i coltivatori hanno bisogno di contratti pluriennali".


I contratti pluriennali danno, secondo Cia Umbria, la possibilità di continuare ad investire sulla produzione italiana. "Il Governo – dichiara Bartolini – dovrebbe sostenere la produzione di tabacco italiano che, a differenza del tabacco prodotto in paesi Extra Ue, è coltivato seguendo rigide norme nell'uso di concimi e diserbanti chimici e che, pertanto, è senza dubbio il migliore dal punto di vista della salute pubblica e il più sostenibile al mondo, anche sotto il profilo ambientale. Se si prestasse più attenzione a questi aspetti, oggi più che mai prioritari, lo stesso Governo italiano ne gioverebbe in tema di tutela di salute pubblica. Invece, dobbiamo ancora constatare che le sigarette acquistate dalla maggioranza dei fumatori italiani non è made in Italy". Se questo accade, per Cia Umbria c'è anche un evidente problema di governance della filiera italiana stessa, che deve a questo punto essere rivista secondo nuove strategie e obiettivi.


Anche Libero Valenti, presidente Opta, la più grande organizzazione di produttori di tabacco, si unisce a Cia Umbria. "Le aziende - dice Valenti - in questo momento sono in grave difficoltà perché non vedono un futuro chiaro. Noi produttori da anni ci siamo impegnati in un modello di sostenibilità sociale, culturale e ambientale: produciamo un tabacco pulito, non alterato, seguendo tutte le norme sanitarie, sottoponendoci a molti controlli, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori con contratti che prevedono remunerazioni adeguate per ogni giornata di lavoro. Ma a fronte di tutto questo, ci viene negato il futuro. Serve un cambiamento nella programmabilità del settore. Non è ammissibile che le multinazionali non ci diano garanzie di continuità, dimenticando che le aziende produttrici sono il fulcro dell'intera filiera: noi rivendichiamo dignità".


Infine, la questione delle agevolazioni fiscali sul tabacco riscaldato, rispetto alle normali sigarette. "Ci ha convinto poco – conclude Bartolini - la legge di bilancio che ancora una volta ha picchiato duro sui prodotti da fumo tradizionali tassati oramai all'inverosimile, mentre resta una forbice troppo forte con la più bassa tassazione di prodotti da fumo non tradizionali. Un giusto riequilibrio fiscale tra i diversi usi del tabacco avrebbe fatto bene all'intero settore e non avrebbe alimentato uno sterile dibattito su quale prodotto faccia più o meno male, considerato che ancora non ci sono sufficienti studi scientifici che confermano l'una o l'altra verità".

Per interviste e approfondimenti:
Emanuela De Pinto
Ufficio Stampa Cia Umbria
Tel. 340.9200423
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Ripartono le Osterie del gusto con il "circuito Gustum": per i ristoratori la possibilità di acquistare prodotti 100% umbri grazie al fondo salva made in Italy, a fondo perduto

Perugia – Usufruire del bando "Fondo salva made in Italy" per rilanciare ristoranti, agriturismi e produttori agricoli dell'Umbria, dopo la pandemia Covid. Il fondo garantisce ai titolari del canale horeca la possibilità di avere un rimborso per gli acquisti dei prodotti 100% made in Italy, grazie a una dotazione di 600 milioni di euro con cui le imprese possono richiedere un contributo a fondo perduto da 1.000 a 10.000 euro.


Cia Agricoltori Italiani Umbria, Confcommercio Umbria e i Gal del territorio regionali alleati strategici intorno alla opportunità che offre il bando nazionale ai ristoratori, grazie al rinnovo del progetto Osterie del Gusto, e alla la creazione di un circuito composto da ristoranti ed agriturismi, denominato Gustum, che ha come obiettivo la valorizzazione del settore della ristorazione e della produzione agroalimentare del territorio umbro.


L'emergenza sanitaria ha costretto molti ristoratori ad incrociare le braccia e, di conseguenza, ha paralizzato in buona parte anche le vendite dei tanti produttori che avevano nel canale Horeca uno dei principali sbocchi. Il progetto, che sfrutta le enormi potenzialità del bando per i prodotti made in Italy, è realizzato in cooperazione tra le due associazioni di categoria e finanziato dal GAL Alta Umbria (capofila), GAL Media Valle del Tevere, GAL Trasimeno-Orvietano e GAL Valle Umbra Sibillini, in collaborazione con il Cesar (Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale), con il quale è già stato definito il logo del circuito e predisposto il disciplinare a cui dovranno aderire tutte le imprese interessate a farne parte.


Nel disciplinare sono state individuate le caratteristiche degli operatori che aderiranno al circuito Gustum: requisiti del locale, particolarità dell'offerta gastronomica e efficienza del servizio. L'obiettivo è quello di garantire al cliente degli esercizi aderenti un'esperienza irripetibile fatta di un'offerta di qualità e in linea con la tradizione gastronomica e la produzione agroalimentare del territorio.


Il cliente dovrà percepire chiaramente 'di trovarsi in Umbria', consapevole di vivere un'esperienza gastronomica con delle peculiarità ben definite e non ripetibile in altre regioni.


"In uno scenario così confuso e perfino drammatico per i 5 mila pubblici esercizi umbri – commenta Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria – abbiamo avvertito l'esigenza di lavorare oggi per costruire le basi di un rilancio che speriamo quanto più vicino possibile. Per questo abbiamo fortemente voluto un progetto che offrirà alle imprese umbre, una volta superato questo drammatico momento, uno strumento concreto in più per progettare il futuro che vorranno".


"La possibilità di instaurare rapporti tra gli agricoltori e il mondo della ristorazione - sottolinea il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini - ha un duplice vantaggio: da un lato rappresenta una nuova opportunità commerciale dopo una fase di depressione dei consumi dovuta alla pandemia, dall'altro la ristorazione ha il compito di valorizzare la qualità e i tratti distintivi e unici della materia prima e dei piatti locali e, pertanto, gioca un ruolo fondamentale di ambasciatore del cibo made in Umbria. Assaggiando un piatto tipico in un ristorante, quel cliente tornerà ad acquistare le materie prima direttamente dal produttore, incentivando anche la filiera corta".


"I Gal umbri - dichiara la presidente Gal Alta Umbria Giuliana Falaschi - hanno un ruolo determinante nel progetto Osterie del Gusto. Come Gruppi di Azione Locale dobbiamo, infatti, puntare su progetti di sviluppo innovativi e di qualità. Promuovere e valorizzare l'offerta gastronomica dei nostri territori su scala nazionale è assolutamente prioritario, e sono certa che l'intervento si rivelerà importantissimo per la ripartenza del comparto della ristorazione locale".


La finalità turistica del progetto è evidente e, proprio per questo, la parte finale dell'intervento, che si svilupperà nelle annualità 2021 e 2022, prevede l'attivazione di una campagna promozionale del circuito Gustum su scala nazionale. La campagna si articolerà su diversi livelli (social, media, riviste di settore, eventi, ecc) ma al centro ci sarà sempre l'aspetto legato all'emozione e all'unicità che i diversi territori umbri sanno regalare a tutti i visitatori, in particolare quelli più esigenti sotto l'aspetto gastronomico.


È, inoltre, prevista una fase di concertazione tra il settore della ristorazione e le imprese agricole (attraverso lo strumento degli incontri B2B) per favorire l'incontro tra domanda di prodotto e offerta del territorio. Anche la Regione ha sposato immediatamente il progetto, sottolineandone la validità sotto l'aspetto dell'aggregazione delle imprese del comparto ristorativo, tradizionale e rurale, e dal punto di vista della creazione di un brand Umbria anche nell'ambito prettamente gastronomico. Nei prossimi mesi è prevista la pubblicazione di un avviso pubblico per individuare e selezionare i ristoranti e gli agriturismi che intenderanno partecipare al progetto ed entrare nel circuito.

 

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Un confronto economico a più voci su un nuovo modello di politica agroalimentare a livello mondiale

Perugia – Com'è cambiata la geopolitica del cibo in tempo di pandemia globale? È il tema centrale del libro che l'On. Maurizio Martina ha scritto proprio durante il primo lockdown italiano, nella primavera scorsa, e che Cia Umbria ha voluto presentare in diretta sul canale YouTube di Cia-Agricoltori Italiani (auditorium Giuseppe Avolio) ieri pomeriggio, 16 novembre. Un dibattito a più voci che, oltre al protagonista autore della pubblicazione edita da Mondadori, e al presidente Cia nazionale Dino Scanavino, ha coinvolto esperti di politica agricola ed economia a livello mondiale: Raimondo Serra, capo unità aggiunto della Commissione Europea Dg Agri unità Asia e Australia, Giulio Menato, capo unità aggiunto della Commissione Europea Dg Agri unità Americhe e Fabio Artuso, consulente esperto della World Bank e il Presidente della Commissione Agricoltura On. Filippo Gallinella. A fare gli onori di casa, il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini.
"Si può rischiare una crisi alimentare - ha detto l'On. Maurizio Martina, autore del libro - a livello planetario anche con raccolti abbondanti nei campi e grandi riserve di cibo a disposizione? Sì. Durante la pandemia da Covid-19 migliaia di animali sono stati abbattuti a causa del crollo delle vendite, migliaia di persone si mettevano in fila ai centri di assistenza per avere almeno un pasto al giorno. Il virus ha cambiato la domanda e l'offerta alimentare e, in tempi di emergenza, hanno prevalso le restrizioni protezionistiche, le interruzioni dei trasporti e delle spedizioni. Nel frattempo, i prezzi di alcuni alimenti sono schizzati alle stelle. Su tutto questo incombe la crisi climatica e ambientale, in atto da tempo e potenzialmente molto più distruttiva. Una minaccia tanto forte da dover richiamare l'intera società a nuovi impegni, al ripensamento complessivo di modelli di sviluppo, che già si sono dimostrati insufficienti e rischiosi di fronte al lockdown da coronavirus. Questo libro cerca di analizzare, con molti dati, ma anche con esperienze dirette, i vari aspetti che hanno frenato la globalizzazione e hanno accelerato le spinte sovraniste, anche in campo agricolo e alimentare, con effetti devastanti. Elementi che hanno cambiato il quadro geopolitico, che deve trovare un modello di sviluppo del tutto nuovo e più sostenibile. Un cambiamento che riguarda anche l'Italia, cuore del Mediterraneo".
"Il Coronavirus ha stravolto l'economia mondiale – ha detto il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – che già viveva una situazione di difficoltà considerando la lotta epocale ai cambiamenti climatici, il clima di negoziati internazionali sempre più complicati e una dura guerra dei dazi tra Europa e Usa, ma anche tra Usa e Cina. La crisi pandemica, inoltre, ha avuto un fortissimo impatto sulla povertà in Italia, con un terzo delle famiglie italiane che hanno visto il proprio reddito ridursi di oltre il 25%. Siamo arrivati alla seconda ondata in condizioni più drammatiche rispetto alla prima, e questo è un chiaro segnale per i policy maker per mettere in campo strumenti che evitino il ripetersi di quanto già accaduto. Dobbiamo valutare quale strategia adottare alla luce di nuove consapevolezze: che esiste il benessere solo se nessuno resta indietro, che il modello agricolo è vittima delle crisi ambientali, sanitarie e sociali ma è anche carnefice, e che per questo motivo l'economica non può essere la priorità indiscussa su tutto. Dobbiamo oggi rivedere il modello di globalizzazione con nuove regole, ripartendo insieme, come noi di Cia Umbria diciamo da tempo. Solo uniti potremo risolvere problemi complessi, di cui il libro di Martina offre una profonda e attenta analisi, che richiedono soluzioni complesse".
"La pandemia - è intervenuto a conclusione del dibattito il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- sta mostrando le sue conseguenze sul piano geopolitico. La corsa agli approvvigionamenti, i prezzi dei cereali alla borsa di Chicago, il rallentamento degli scambi commerciali, mostrano che il mondo interconnesso non è solo quello che viaggia sulle reti digitali, ma anche e sempre di più, quello del settore primario, della produzione e dello scambio di prodotti agricoli e agroalimentari. Il mondo che ci stiamo lasciando alle spalle ha, invece, privilegiato un'idea di convivenza che relegava questo settore alla marginalità. Dunque, stiamo imparando nostro malgrado che intorno a questi temi si svilupperanno le politiche mondiali dei prossimi anni. Il libro di Martina ha il pregio di portare a riflettere su questa contemporaneità deflagrante. Siamo chiamati tutti a rispondere alle domande che nascono da queste pagine: politica, rappresentanza di categoria e sindacale. Provare a costruire una risposta democratica è una sfida che interpella le istituzioni, l'economia e la società tutta. Cia-Agricoltori Italiani -ha concluso Scanavino- non intende certo sottrarsi. Occorre riflettere e offrire un contributo serio a una discussione così epocale".

Il link per rivedere l'evento sul canale YouTube di Cia-Agricoltori Italiani:
Video presentazione libro

Per interviste e approfondimenti:
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