Maltempo, pesanti danni anche in Umbria
Brugnoni: disastrosa la situazione nelle campagne.
Conclamate condizioni da stato di calamità naturale
“Il maltempo prolungato, il freddo fuori stagione e le ripetute grandinate hanno provocato ripercussioni pesantissime per le colture agrarie in tutto il territorio regionale.” Il grido d’allarme è del presidente della Cia dell’Umbria, Domenico Brugnoni, che stima ormai in svariati milioni di euro i danni provocati, praticamente a tutte le coltivazioni in atto, dalla più fredda primavera degli ultimi venti anni. Dal tabacco al mais, dal grano al girasole, dai vigneti agli oliveti, dagli ortaggi ai frutteti, dal girasole ai foraggi, non c’è produzione che non abbia subìto rilevanti contraccolpi dal clima impazzito di questi giorni. “Molto pesante la situazione, secondo il presidente della Cia dell’Umbria, per i cereali autunno-vernini compromessi per gli eccessi di ristagno idrico e per i forti attacchi di parassiti. E mentre nei vigneti è impossibile effettuare i necessari trattamenti antiparassitari, si sta deteriorando la produzione del foraggio che non è stato possibile sfalciare. In Alto Tevere i trapianti di tabacco, che dovrebbero essere già stati completati, sono stati effettuati solo per un 20 per cento mentre le piantine nelle serre stanno lignificando e si stanno deteriorando a causa di malattie fungine. Lo stato in cui versa la nostra agricoltura in questi giorni – conclude il presidente Brugnoni – è veramente disastroso e ci saranno certamente ripercussioni anche in futuro, e saranno molto pesanti, anche per la nostra zootecnia. Chiediamo alla Regione, pertanto, di valutare attentamente la possibilità di chiedere lo stato di calamità naturale, con l’obiettivo di indennizzare al più presto gli imprenditori agricoli così duramente colpiti.”
Perugia, 3 giugno 2013
I lavori si terranno presso l’azienda biologica “Olivastrella”. Parteciperà, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Umbria Fernanda Cecchini.
Si svolgerà mercoledì prossimo 5 giugno a San Venanzo (in provincia di Terni) -presso l’azienda biologica “Olivastrella”-, l’Assemblea di Anabio, l’Associazione nazionale agricoltura biologica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.
L’Assemblea è stata convocata per il rinnovo degli organismi dirigenti.
Ai lavori parteciperanno l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Umbria Fernanda Cecchini e il sindaco di San Venanzo Francesca Valentini.
All’Assemblea di Anabio saranno presenti i vertici della Cia nazionale: il vicepresidente vicario Dino Scanavino, i vicepresidenti Cinzia Pagni e Domenico Brugnoni, il direttore nazionale Rossana Zambelli.
L’Assemblea di Anabio, oltre ai rinnovi degli organismi, sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione in cui oggi versa il settore biologico. Un settore che, nonostante la pesante flessione dei consumi alimentari nel nostro Paese a causa della profonda crisi che ha messo in gravi difficoltà le famiglie italiane, sta rispondendo in maniera efficace ai colpi dell’avversa congiuntura. Le vendite dei prodotti “bio” continuano a tenere e per alcuni si registrano aumenti.
Ma i problemi anche per questo vitale comparto restano e riguardano soprattutto i costi produttivi, contributivi e burocratici che riducono l’attività imprenditoriale delle aziende, condizionandone la competitività sui mercati.
Perugia, 3 giugno 2013
Emergenza lupi e cinghiali
Cia dell’Umbria: subito gli indennizzi e un Piano straordinario
“Non sono solo i cinghiali ad arrecare danni ingentissimi alle aziende agricole su tutto il territorio regionale. Ora anche i lupi colpiscono e devastano gli allevamenti di grande pregio, situati in alta collina o sulle pendici dei monti, spingendosi fino ad arrivare a ridosso delle abitazioni.” E’ quanto denuncia la Cia dell’Umbria a seguito degli ultimi attacchi sferrati dai selvatici che hanno devastato intere aree della regione, compromettendone irrimediabilmente agricoltura e zootecnia. Sul fronte cinghiali le ultime segnalazioni provengono dalla sponda occidentale del Trasimeno dove, nei pressi di Panicarola, sono andate completamente distrutte le coltivazioni di alcune aziende ortofrutticole fatte bersaglio ormai da anni dei rovinosi assalti del famelico suide. Il problema va sempre più aggravandosi e si somma agli insormontabili ostacoli burocratici che, di fatto, impediscono l’ottenimento di congrui risarcimenti per coltivazioni di grande qualità come nel caso dei vigneti per la produzione di vino Orvieto Doc completamente danneggiati nella zona di Titignano. Ma ancor più pesante, se possibile, è la situazione denunciata da alcuni allevatori che a San Vito in Monte, nei pressi di San Venanzo, hanno subìto le ripetute incursioni di famelici branchi di lupi che hanno fatto incetta di bestiame bovino e di cavalli. I danni sono notevoli e si è sfiorato il dramma con i lupi che, si sono avvicinati pericolosamente alle persone. Gli attacchi sono stati videoregistrati dalle videotrappole posizionate dalla Provincia di Terni a seguito di dettagliate segnalazioni; esiste quindi una testimonianza diretta ed inoppugnabile di quanto accaduto. Per la Cia dell’Umbria tali fenomeni non possono essere più tollerati o affrontati con strumenti ordinari, dimostratisi peraltro inefficaci. Per l’Organizzazione agricola tale delicata tematica va affrontata con nuove regole anche a livello nazionale, a tale proposito sono positivi i segnali che giungono dal Parlamento: proprio lo scorso 16 maggio la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati ha approvato, su iniziativa di Monica Faenzi e Nicodemo Oliverio, una Risoluzione che impegna il Governo ad assumere, un accordo con l’Unione Europea, iniziative per far fronte al pericoloso diffondersi della problematica. Tuttavia nel frattempo è necessario e urgente che la Regione Umbria provveda prioritariamente ad indennizzare per intero gli agricoltori e gli allevatori colpiti, nel pieno rispetto delle disposizioni contenute nella legge regionale n. 17 del 2009 e, contestualmente, predisponga un Piano faunistico straordinario regionale che individui con chiarezza le azioni di prevenzione e di contenimento delle diverse specie. L’improrogabilità di tali interventi è giustificata anche dal fatto che la questione dell’eccessiva presenza di animali selvatici, in particolare di lupi, ha compiuto un pericoloso salto di qualità assumendo nettamente, con la messa a rischio dell’incolumità delle persone, i contorni di un problema di ordine pubblico.
Perugia, 29 maggio 2013


