Paradosso Imu, pensionati che non gestiscono più l'azienda costretti a pagare l' imposta sul terreno.

Ma che Paese è questo! Dove non si riesce a combattere la piaga dell'evasione fiscale (stimata attorno ai 160 miliardi di euro l'anno)! Dove si ricorre al mondo agricolo come ad un bancomat! Dove addirittura si arrivano a tassare i pensionati al minimo per terreni di cui non hanno più la gestione! Un contrasto clamoroso e inaccettabile, secondo l'Associazione pensionati della Cia dell'Umbria , segno delle disfunzioni di un' Italia che continua a generare diseguaglianze e ingiustizie.

Dalla politica arrivano continuamente annunci e proclami sui cambiamenti e riforme in atto ma sull'Imu intanto la situazione sta diventando paradossale; dopo tutte le modifiche apportate al pasticciato decreto sull'imposta dei terreni agricoli viene fuori che nelle aree parzialmente montane ad essere tassati saranno addirittura gli agricoltori pensionati! Quelli che non gestiscono più l'azienda, che cercano di mantenere i terreni, spesso impervi con grande sacrificio e notevoli costi, svolgendo per di più in molti casi quella indispensabile funzione di presidio del territorio che gli Enti deputati (Province, Comunità Montane e Comuni) per affrettati e confusi riordini istituzionali e per carenza di risorse non sono più in grado di garantire.

Tutto questo è ingiusto, inaccettabile e assurdo. Ingiusto -osserva l'Associazione pensionati della Confederazione italiana agricoltori dell'Umbria- perché si vanno a tassare dei soggetti che prevalentemente hanno una pensione minima, (502 euro mensili), cioè molto al di sotto di ciò che viene indicato dalla Carta Sociale Europea (650 euro); una situazione pensionistica persino priva di dignità per la quale da anni il patronatio INAC della Cia e l'ANP si battono. Inaccettabile perché gli agricoltori, dopo aver lavorato una vita intera con grande sacrificio e dedizione per rafforzare un presidio agricolo sul territorio che, occorre dire, è anche un valore collettivo per i beni e i servizi forniti alla collettività, debbono pagare per ciò che hanno realizzato. E assurdo perché agli agricoltori viene chiesto di svolgere anche una funzione di tutela e presidio del territorio, cioè sostanzialmente un servizio alla comunità che dovrebbe essere incentivato; invece arriva una tassa, per altro insostenibile.

Il Governo e il Parlamento -rilancia l'Associazione pensionati della Cia dell'Umbria - devono provvedere a rimediare subito ad un provvedimento sbagliato e iniquo che rischia di produrre enormi effetti negativi sul piano sociale ed economico, oltre che compromettere ulteriormente il rapporto di fiducia già fragile con la politica e le istituzioni. Ecco perchè l'Associazione Pensionati aderirà alla protesta promossa dalla Cia dell'Umbria partecipando all'Assemblea a Bastia ad Agriumbria il 28 marzo e alla manifestazione indetta da Agrinsieme a Roma il 31 marzo.

Perugia, 19 marzo 2015

BASTIA UMBRA, SABATO 28 MARZO- ROMA, MARTEDI' 31 MARZO

TUTTI GLI AGRICOLTORI DELL'UMBRIA CHE SOSTENGONO LE RAGIONI DELLA PROTESTA DELLA CIA SONO INVITATI A PARTECIPARE AI DUE IMPORTANTI APPUNTAMENTI.

PER GARANTIRE LA PIU' AMPIA PARTECIPAZIONE LA CIA REGIONALE ASSEGNERA' GRATUITAMENTE I BIGLIETTI DI INGRESSO ED ORGANIZZERA' LA TRASFERTA A ROMA. GLI INTERESSATI SONO PREGATI DI RECARSI PRESSO GLI UFFICI   TERRITORIALI O INVIARE LA RICHIESTA ENTRO E NON OLTRE MERCOLEDI' 25 MARZO ALLA SEGRETERIA DEL REGIONALE (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

La Direzione della Cia umbra: "le Istituzioni continuano a penalizzare il settore nonostante sia già in grave difficoltà". Manifestazione il 31 marzo a Roma
La Direzione regionale della Confederazione italiana agricoltori, riunitasi nei giorni scorsi a Perugia sotto la presidenza di Domenico Brugnoni, ha preso in esame la difficile situazione del settore discutendo, in particolare, i pesanti riflessi sulla nostra agricoltura di alcune decisioni molto penalizzanti prese negli ultimi tempi dal governo Renzi per fare "cassa". Ad allarmare gli agricoltori della Cia in primo luogo, l'applicazione dell'IMU sui terreni agricoli nei Comuni parzialmente montani in aree rurali ed importanti dell'Umbria come Perugia, Terni, Narni, Amelia, Orvieto, Spoleto, Marsciano, Deruta e tanti altri centri minori; a nulla sono valse le reiterate proteste e proposte di modifica avanzate dalla Cia, da Agrinsieme e dall'Anci; ad esserne colpiti molti anziani pensionati, non più imprenditori agricoli professionali o coltivatori diretti che, con i risparmi di una vita e una magra pensione, continuano a coltivare il terreno e faticosamente tutelano e presidiano il territorio o ancora peggio per favorire il ricambio generazionale affittano le loro proprietà per pochi spiccioli a giovani imprenditori agricoli; con questa imposta iniqua che grava sul principale e indispensabile strumento di produzione, la terra appunto, non ci sarà alcun ricambio generazionale; in questo modo il Governo oltre a condannare molti anziani ex-agricoltori ad una povertà "di ritorno", scoraggia l'ingresso dei giovani nel settore e li costringe a gettare la spugna cercando un 'alternativa meno rischiosa dal punto di vista economico. Vi sono, poi, altre situazioni preoccupanti che riguardano il settore : la riduzione di un ulteriore 8 per cento del contingente agevolato di gasolio per uso agricolo decurtato complessivamente negli ultimi 3 anni del 23 per cento; la mancata riduzione in agricoltura del cuneo fiscale; l'obbligo di iscrizione ai libri genealogici per l'accesso ai premi per i piccoli produttori di latte; la mancata reale semplificazione dei troppi adempimenti burocratici. La Direzione regionale della Cia ha denunciato come questi provvedimenti colpiscano il mondo agricolo dopo un'annata particolarmente sfavorevole - con forte calo produttivo in molti comparti olio, cereali e legumi specie nelle zone collinari e più marginali - e si aggiungano alle notevoli difficoltà non solo legate alla crisi economica in atto ma anche alle devastanti calamità naturali degli ultimi anni e delle scorse settimane , ai continui attacchi alle aziende da parte di selvatici come cinghiali e lupi, agli insopportabili ritardi di Agea nei pagamenti della Pac, alla mancata assegnazione di risorse per indennità compensativa e misure agro ambientali per le annualità 2013 e 2014, ai tempi lunghi di approvazione del nuovo Psr, alla mancata conseguente attivazione delle azioni previste nel Piano Zootecnico Regionale ed nel Progetto Speciale Vino, alla non prevista compensazione degli svantaggi naturali per l'agricoltura nei Parchi regionali, alla difficoltà di accesso al credito per sostenere gli investimenti e i costi di produzione, alla mancata revisione delle tabelle per l'assegnazione del gasolio agricolo. Per questi motivi la Direzione della Cia dell'Umbria ha deliberato di indire un'assemblea regionale straordinaria dell'Organizzazione il 28 marzo a Bastia in occasione di Agriumbria, e di aderire alla manifestazione nazionale promossa a Roma il 31 marzo da Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane). Tutti gli agricoltori dell'Umbria che sostengono le ragioni della protesta della Cia sono invitati a partecipare ai due importanti appuntamenti.

Perugia, 16 marzo 2015

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