“A pochi giorni dalla chiusura della caccia al cinghiale, quando cioè dovrebbe essere certa una consistente riduzione del loro numero per effetto del prelievo venatorio, assistiamo con stupore a continue segnalazioni di danni da parte di imprenditori agricoli umbri che, ormai, hanno raggiunto il limite della sopportazione.”

Ancora una volta è la Cia dell’Umbria a denunciare il disagio e l’esasperazione degli agricoltori, specie di quelli operanti nelle aree dell’Orvietano,  in Alto Tevere, in Alto Chiascio e nella zona del Trasimeno. Gli interventi fin qui posti in essere, infatti, si sono rivelati assolutamente inadeguati; la situazione non è più tollerabile e si trascina da troppo tempo nell’indifferenza generale. A nulla sono serviti i prelievi straordinari messi in atto lo scorso anno e quelli previsti nelle scorse settimane, tanto che ormai è fin troppo chiara l’impossibilità di garantire una sensibile riduzione della presenza del suide. Inoltre vi sono ritardi e gravi problemi per il pagamento degli indennizzi agli agricoltori; addirittura quelli operanti nelle aree protette hanno ricevuto dalle Province solo un misero 30 per cento del danno certificato, per giunta riguardante la stima del valore del “frutto pendente” a fronte di un consistente mancato guadagno che sarebbe loro derivato dalla vendita del prodotto trasformato. A questo punto - secondo la Cia dell’Umbria - la Regione deve prendere atto della situazione e prevedere, accanto all’immediato indennizzo per gli agricoltori colpiti -peraltro alle prese con una crisi senza precedenti- sostanziali modifiche nella programmazione venatoria finalizzate, tra l’altro, ad una effettiva diminuzione del numero dei cinghiali, rendendo più capillare il controllo del territorio ed interessando maggiormente le zone demaniali per le quali finora non vi è stata una sufficiente attenzione.”

A circa tre mesi dalla rovinosa alluvione che ha ferito pesantemente vaste aree della regione - in particolare l’Orvietano, la Media Valle del Tevere ed alcune zone del Trasimeno - Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Confagricoltura dell’Umbria hanno indetto un incontro pubblico per fare il punto sulle problematiche riguardanti le aree agricole danneggiate. L’attenzione sarà rivolta principalmente ai provvedimenti già approvati dal governo e dalla Regione ed alle procedure per l’ottenimento dei contributi finalizzati alla ricostruzione del patrimonio rurale e degli indennizzi da destinare agli agricoltori. L’appuntamento è stato fissato ad Orvieto - Palazzo dei Sette, Corso Cavour, 87 – mercoledì 13 febbraio alle ore 21.  Le aziende agricole interessate sono alcune centinaia e non hanno solo subìto la distruzione di macchinari, vigneti, allevamenti, coltivazioni e strade poderali ma, ad esempio lungo il fiume Paglia nei pressi di Orvieto, si sono viste sottrarre dalle acque intere porzioni di terreno, ora impossibili da recuperare. Il danno complessivo al settore primario, stimato recentemente dalla Regione, ammonta a 12,2 milioni di euro. E’ ora necessario - secondo Cia e Confagricoltura dell’Umbria - che il governo riconosca urgentemente il carattere di eccezionalità dell’evento calamitoso stanziando contestualmente, attraverso il Fondo di solidarietà nazionale, risorse adeguate per ripristinare le strutture agricole danneggiate ed indennizzare gli agricoltori. L’incontro promosso ad Orvieto, al quale parteciperanno l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini ed i presidenti territoriali di Confagricoltura e Cia, Roberto Poggioni e Giampiero Rosati, sarà quindi l’occasione per definire un’agenda di azioni e di impegni concreti, fornendo così una spinta decisiva per accorciare il più possibile i tempi delle procedure ed evitare inutili appesantimenti burocratici nella fase di attuazione degli interventi e di erogazione delle risorse.

Sempre più d’attualità l’agricoltura multifunzionale e quella delle aree protette. Mancano, infatti, pochi giorni alla scadenza del bando per la misura 311 del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013, pubblicato nello scorso mese di dicembre. Le risorse messe a disposizione dalla Regione Umbria per la misura sono 10,671 milioni: 2 milioni per investimenti nelle fattorie sociali, 2 milioni nelle fattorie didattiche e 6,671 milioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di una grande opportunità per sostenere quelle iniziative di diversificazione dell’attività agricola sulle quali negli ultimi anni tanti imprenditori hanno scommesso per ammodernare il settore, renderlo più competitivo ed in linea con le esigenze della società. Per quanto riguarda l’agricoltura delle aree protette rappresentate in Umbria da un Parco nazionale, 7 Parchi regionali ed oltre 100 Siti Natura 2000 per una superficie complessiva di circa 100mila ettari,essa costituisce un patrimonio di eccellenze enogastronomiche che, con quelle naturalistiche, paesaggistiche, artistiche, potrebbe significativamente arricchire l’offerta regionale e incentivare il turismo e, con esso, tutte le attività imprenditoriali collegate – artigianali, commercio, ricettività, servizi – con conseguenti ripercussioni positive sull’economia di zone che, nella loro quasi totalità, sono considerate svantaggiate. E proprio per promuovere l’agricoltura nelle aree protette, la Cia dell’Umbria sarà presente alla Borsa Internazionale del Turismo, in programma a Milano dal 14 al 17 febbraio, dove sarà presentato il video “RiConoscere i Parchi in Umbria”, realizzato dall’Organizzazione agricola nell’ambito della misura 313 “Incentivazione di attività turistiche” del Psr 2007-2013. Il video –visibile nel sito web riconoscereiparchiinumbria.eu - mostra, attraverso suggestive immagini, le bellezze dei Parchi umbri soffermandosi, in particolare, sulle attività agricole, sulle tipicità agroalimentari e sull’ospitalità offerta dai numerosi agriturismi e dalle fattori didattiche operanti nelle aree protette della regione.

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